Elenco blog personale

Visualizzazione post con etichetta storia delle Olimpiadi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta storia delle Olimpiadi. Mostra tutti i post

martedì 10 agosto 2021

Tokyo 2021: solo 4 volte l'Italia ha fatto peggio nel medagliere olimpico

Nonostante le 40 medaglie, l'Italia, decima nel medagliere di  Tokyo 2020 (2021), si è piazzata peggio nella classifica per nazioni solo 4 volte: Stoccolma 1912, Città del Messico 1968, Montreal 1976 e Barcellona 1992. Nel tempo, il numero delle discipline in concorso - e delle medaglie - è cresciuto. Insomma la spedizione azzurra, nonostante la narrazione trionfalistica, ha fatto relativamente bene di tante altre volte. Le 5 medaglie dell'atletica, soprattutto le due venute dalla velocità, hanno probabilmente sviato il giudizio. 

mercoledì 24 giugno 2020

Alberto Juantorena eroe a Montreal 1976. Storia delle Olimpiadi

Impresa unica nella storia dell'atletica leggera la vittoria del cubano Alberto Juantorena alle Olimpiadi di Montreal del 1976. Sì perché i 400 m e gli 800 m, che Juantorena vinse in quell'edizione dei giochi olimpici, sono fra di loro in relazione non solo aritmetica. La metà dell'uno e il doppio dell'altro. Nell'atletica sono terra di confine. Tra anaerobica e aerobica, tra velocità e resistenza. Non si pretende di trattare scientificamente la differenza. Ma, in estrema sintesi l'anaerobiosi indica quell'attività muscolare, rapida, intensa e violenta, che avviene senza attingere all'ossigeno presente nei tessuti. Tanto accade nei 100 piani, nei 110 hs, nei 200 piani. L'aerobiosi, al contrario, allude all'attività muscolare più lenta e costante, con approvvigionamento dell'ossigeno contenuto nei tessuti.

I 400 piani, da questo punto di vista, fanno stato a sé. Il giro della morte, così detto perché la velocità va mantenuta per un tempo ragguardevole. Tanto che già comincia a parlarsi di resistenza veloce, un ossimoro che cerca di spiegare un esercizio unico, impervio, di frontiera. Che quasi non è più di velocità pura ma che non integra ancora la vera resistenza. A detta di molti, gli atleti migliori sono propriamente i quattrocentisti.

Gli 800 m sono già mezzofondo. Occorre resistenza, senza dubbio, ma per emergere non si può essere lenti. Lo spunto veloce è necessario. Soprattutto nelle volate, che spesso decidono queste gare di grande difficoltà tattica. 

Fatto sta che, nessuno, ad eccezione del Juantorena di Montreal 1976, alle Olimpiadi, ma il discorso può estendersi a Mondiali ed Europei, è riuscito a svettare sia sui 400 che sugli 800. Ci sono stati ottocentisti capaci di vincere anche i 1500 m, penso a Sebastian Coe e Steve Cram. E duecentisti vincenti anche nei 400 m, come, massimo esempio, Michael Johnson o Van Niekerk, attuale primatista dei 400, che sui 200 ha fatto registrare grandi prestazioni. Ecco, questo si è visto e si vede con una certa periodicità.

Ed allora veniamo a Juantorena. Quattrocentista d'origine, dall'ampia e poderosa falcata, tanto che lo soprannominano "El Caballo", a Montreal corre prima gli 800, sui quali aveva poca esperienza e vince con il primato del mondo: 1'43"50. Poi fa il bis sui 400: 44"26. Congiunge, per la prima ed unica volta, velocità e mezzofondo. L'eccezione che conferma la regola.

mercoledì 11 maggio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Londra2012. #Bolt vince tre ori: 100, 200 e 400x100

Nel 2012, per la terza volta, dopo il 1908 ed il 1948, le Olimpiadi tornano a Londra, Inghilterra, Regno Unito, che chiuderà terzo nel medagliere, dietro Stati Uniti e Cina. L'Italia, dal canto suo, si classifica ottava, assommando 8 ori, 9 argenti e 11 bronzi. Usain Bolt si ripete dopo Pechino 2008, conquistando la medaglia d'oro nei 100 m, 9"63, e nei 200 m, 19"32, ma questa volta l'asso giamaicano si aggiudica anche la staffetta 4x100, con tanto di strabiliante primato del mondo in 36"84. Nel mezzofondo, si registra la doppietta, 5.000 e 10.000 m, di Mo Farah. Nell'atletica leggera, l'Italia porta a casa soltanto il bronzo del trentaseienne Fabrizio Donato nel salto triplo. Tre ori arrivano agli azzurri dalla tradizionale riserva della scherma, uno di questi, nel fioretto a squadre, è il sesto ed ultimo in carriera per la leggendaria Valentina Vezzali. Nel ciclismo, la prova a cronometro è vinta dal corridore di casa Wiggins, fresco vincitore del Tour de France 2012. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata23^ puntata24^ puntata25^ puntata26 ^ puntata, 27^ puntata)

lunedì 9 maggio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Pechino2008. #Bolt impressiona il mondo

Nel 2008, le Olimpiadi sbarcano in Cina, ormai potenza mondiale, anche nello sport. A Pechino. I cinesi trionfano nel medagliere, davanti a Stati Uniti e Russia. L'Italia, dal canto proprio, deve contentarsi di un nono posto, assommando 8 ori, 10 argenti e 10 bronzi. Nell'atletica leggera, il mondo è strabiliato dal velocista giamaicano Usain Bolt, che domina i 100 m, 9"69 e record del mondo, e poi i 200 m, 19"30 e record del mondo. Farà ancora meglio, quanto a tempi e primati, ai mondiali di Berlino dell'anno dopo, e rivincerà l'oro olimpico, su 100 e 200 anche a Londra. A Rio de Janeiro, tra pochi mesi, Bolt vorrà ancora ripetersi. Si tratta, nel caso di Bolt, del più grande velocista della storia dell'atletica leggera, titolare di una rivoluzionaria tecnica di corsa, unica ed inimitabile, perché legata alla sua struttura fisica, longilinea, agile ma ugualmente possente: 41 passi sui 100 m, letteralmente volati. Da segnalare anche la doppietta nel mezzofondo, 5.000 e 10.000 metri, messa a segno dall'etiope Bekele. Per l'Italia, nell'altetica, Alex Schwazer conquista l'oro nella 50 km di marcia, rinnovando una secolare tradizione tecnica. Nel nuoto, finalmente Federica Pellegrini conquista, nei 200 stile libero, la medaglia d'oro soltanto sfiorata ad Atene 2004. Grandi risultati l'Italia ottiene anche nel pugilato, con Cammarelle oro nei pesi supermassimi, e Clemente Russo, argento nei pesi massimi. Due ori, poi, vengono dalla solita scherma, con Tagliariol, nella spada individuale, e la leggendaria Valentina Vezzali, nel fioretto individuale. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata23^ puntata24^ puntata25^ puntata, 26 ^ puntata)

martedì 26 aprile 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Sidney2000. La grande Italia del nuoto, con Fioravanti e Rosolino

Nel 2000, anno fatidico di millenaristiche previsioni sfumate, le Olimpiadi tornano in Australia, a Sidney questa volta, 44 anni dopo Melbourne 1956. Nel medagliere s'impongono gli Stati Uniti, davanti alla Russia ed alla Cina, ormai potenza mondiale anche nello sport. L'Italia, giunge settima, assommando tredici ori, otto argenti e tredici bronzi. I successi più belli, per gli azzurri, giungono dal nuoto, con uno straordinario Fioravanti, oro nei 100  e nei 200 rana, che tocca i vertici di una carriera, che poi si concluderà anzitempo per problemi fisici. Altro eroe del nuoto italico è Rosolino, oro nei 200 misti, argento nei 400 stile libero dietro l'asso di casa Thorpe, e bronzo nei 200 stile libero. Nell'atletica leggera, Maurice Greene si conferma re della velocità, dominando i 100 m, mentre sui 200 c'è la sorprendente vittoria del greco Kederis. Nei 400 piani, Michael Johnson conquista il suo quarto oro olimpico. Da segnalare, nei 10.000 m il bis che, dopo Atlanta 1996, concede l'etiope Gebrselassie. Per l'Italia, due medaglie d'argento, con Vizzoni, nel lancio del martello, e con Fiona May nel salto in lungo, sconfitta solo dall'intramontabile tedesca Drechsler. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata23^ puntata, 24^ puntata)

giovedì 24 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #Atlanta1996, Michael Johnson oro nei 200 e nei 400 m, quarto oro di Carl Lewis nel salto in lungo

Le Olimpiadi del centenario da Atene 1896 si tengono, nel 1996, negli Usa, ad Atlanta , piuttosto che nella capitale greca. Trionfano nel medagliere i padroni di casa, davanti alla Russia ed alla Germania. L'Italia torna competitiva e risale al sesto posto, assommando 13 ori, 10 argenti e 12 bronzi. Eroe della manifestazione è il velocista americano Michael Johnson, che realizza una doppietta mai riuscita prima, né dopo, sui 200 e sui 400 m, con tanto di primato del mondo sulla distanza più breve. Cade il 19"72 di Pietro Mennea sui 200 m, dopo diciassette anni: la finale che Johnson domina in uno strabiliante 19"32, vede anche il namibiano Fredericks scendere sotto il vecchio record di Mennea, correndo in 19"68. Inorridiscono i puristi dell'atletica, perché Michael Johnson, dalla corporature massiccia ma non slanciata, corre impettito, con poca fluidità, tenendo un'andatura da soldatino, che, tuttavia, è efficacissima sul tartan. Michael Johnson realizza il primato olimpico, 43"49, sui 400 m. La gara regina dell'atletica, i 100 m, è vinta dal canadese Donovan Baley, che correndo in 9"84 stabilisce il nuovo record mondiale. Il momento più alto dell'atletica, però, coincide con il salto a 8,50 m di Carl Lewis, che conquista così il quarto oro olimpico consecutivo, eguagliando Al Oerter, che, nel lancio del disco, tra Melbourn 1956 e Città del Messico 1968, aveva saputo fare altrettanto. L'Italia ottiene un bronzo con Lambruschini nei 3.000 siepi e l'argento con Fiona May nel salto in lungo. Quattro ori all'Italia arrivano dal ciclismo, tre dalla tradizionale riserva della scherma. L'oro più significativo lo vince, però, Yuri Chechi, nella ginnastica, agli anelli, eseguendo in finale un esercizio straordinario. Da segnalare il torneo olimpico di calcio, vinto dalla Nigeria, davanti all'Argentina di Zanetti e Crespo, capocannoniere a pari merito con Bebeto, ed al Brasile dello stesso Bebeto e di Luis Nazario da Lima in arte Ronaldo, destinato a diventare il più grande centravanti della storia. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata, 23^ puntata)

martedì 22 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #Barcellona1992, il #DreamTeam (23^ puntata)

Olimpiadi a Barcellona, Catalogna, Spagna, 1992. Il mondo è cambiato. Sparita l'Urss, c'è una confederazione delle ex repubbliche socialiste sovietiche, tolti i paesi baltici, che corrono da soli, al primo posto del medagliere, davanti agli Stati Uniti ed alla Germania che Helmut Kohl è riuscito a riunificare. Si affaccia tra le grandi potenze dello sport mondiale la Cina, che ottiene un clamoroso quinto posto. Mentre l'Italia, sulla quale cominciano a soffiare i venti mefitici di tangentopoli, dovrà accontentarsi di un modesto dodicesimo posto, assommando 6 ori, 5 argenti e 8 bronzi. La vittoria più sorprendente è quella dell'inglese Linford Christie, che ha già 32 anni, sui 100 m con un buon 9"96. Nei 200 m, la vittoria va allo statunitense Mike Marsh, che, in semifinale aveva fermato il cronometro a 19"73, ad un solo centesimo dal primato mondiale del 1979 di Pietro Mennea. Carl Lewis, dominatore della velocità nelle due precedenti edizioni dei giochi, vince l'oro, come ultimo staffettista, nella 4x100, che stabilisce il record del mondo in 37"40, Per Lewis, giunge anche il terzo oro consecutivo nel salto in lungo, con 8,67 m, tre centimetri in più di Mike Powell, che l'anno prima a Tokyo, nella più bella gara del lungo della storia, aveva saltato a 8,95 m, primato del mondo ancora imbattuto, mentre Carl Lewis si era fermato a 8,91 m. La gara più bella delle Olimpiadi di Barcellona, invece, restano i 400 h, che un Kevin Young in stato di grazia corre in 46"78, tempo ancora oggi insuperato. L'Italia ottiene soltanto una medaglia nell'atletica, il bronzo di De Benedictis nella 50 km di marcia. I fratelli Abbagnale, dopo gli ori di Los Angeles 1984 e Seul 1988, si fermano all'argento. Le medaglie più belle per gli azzurri vengono dal ciclismo su strada, con l'oro di Fabio Casartelli, che, purtroppo, tre anni dopo, al Tour de France morirà dopo una terribile caduta, e dalla pallanuoto maschile: il settebello azzurro, dopo una drammatica finale chiusa ai supplementari, ha la meglio sui padroni di casa della Spagna. Da ricordare, infine, l'oro, nel basket, del cosiddetto Dream Team, la squadra di pallacanestro degli Stati Uniti, che raduna i migliori talenti Nba dell'epoca, e forse di sempre, da Jordan a "Magic" Johnson a Larry Bird: oro, manco a dirlo ed uno spettacolo unico. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata, 22^ puntata)

lunedì 21 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #Seul1988. #Bordin oro nella maratona, Ben Johnson squalificato (22^ puntata)

Seconde Olimpiadi asiatiche, dopo Tokyo 1964 i giochi si tengono a Seul, Corea del Sud, nel 1988. Dopo i reciproci boicottaggi, Usa ed Urss, al canto del cigno, tornano a confrontarsi. E nel medagliere si'impone l'Urss, che sta crollando sotto i colpi della perestroika di Gorbaciov, davanti alla Germania Est, impero del doping di stato, ed agli Stati Uniti. La sfida delle sfide, riedizione di quella dei mondiali di Roma 1987, si svolge sui 100 m, tra Carl Lewis, già leggendario figlio del vento, ed un atleta canadese, di origini caraibiche, Ben Johnson, assurto agli onori dell'atletica mondiale da un paio di stagioni, dopo un lungo anonimato: massiccio, dalla muscolatura ipertrofica ed irreale, con vene esposte, che pulsano ritmicamente, deltoidi che minacciano di esplodere  e lo sguardo allucinato, Ben Johnson vince in un incredibile 9"79: verrà trovato positivo ai controlli antidoping, ammetterà, dopo qualche iniziale resistenza, di essersi aiutato con sostanze vietate, e sarà squalificate. Uno scandalo senza precedenti. L'oro andrà a Carl Lewis, nuovo primatista del mondo sulla distanza con 9"92. Lewis, vincerà l'oro anche nel salto in lungo, mentre sui 200 sarà beffato dal connazionale Deloach, che con 19"75 avvicinerà sensibilmente il primato di Mennea, quel formidabile 19"72 destinato a resistere altri otto anni. L'Italia ottiene un oro straordinario nella gara più affascinante, la maratona dominata dal veneto Gelindo Bordin, che dopo ottant'anni conquisterà quel trionfo, che Dorando Pietri, a Londra 1908, aveva soltanto sfiorato. Nei 10.000 m, invece, arriva l'argento di Salvatore Antibo, destinato, negli anni che immediatamente seguiranno, a diventare il faro del mezzofondo italiano ed europeo. Le emozioni più grandi per gli azzurri, alla fine decimi nel medagliere con 6 ori, 4 argenti e 4 bronzi, vengono tuttavia dal canottaggio. Nel "due con", i fratelli Abbagnale, Giuseppe e Carmine, guidati dal timoniere Peppino di Capua replicano l'oro di Los Angeles 1984, mandando in estasi Gianpiero Galeazzi che commenta per la Rai la grande impresa dei canottieri italiani, scandendo un ormai epico "andiamo a vincere". Il trionfo degli Abbagnale sarà completato da Agostino Abbagnale, oro nel "quattro senza". Quelle di Seul sono Olimpiadi profondamente segnate dal doping. Della Germania Est, s'è detto. Di Ben Johnson, anche. Ma, l'ombra del sospetto si allunga anche su Florence Griffith Joyner, velocista statunitense, che ancora oggi detiene i primati del mondo su 100 m e 200 m. La Griffith Joyner, manco a dirlo oro nelle due specialità, morirà a soli 38 anni, nel sonno, appena dieci anni dopo i tronfi di Seul. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata, 21^ puntata)

venerdì 18 marzo 2016

Storia #Olimpiadi: #LosAngeles1984. #CarlLewis il figlio del vento vince quattro ori come Owens nel 1936. Oro per Cova nei 10.000 m e per i fratelli Abbagnale nel "due con" di canottaggio

Le Olimpiadi tornano, nel 1984, a Los Angeles, dove si erano già disputate nel 1932: allora, l'Italia, con 12 ori ed altrettanti argenti e bronzi, aveva conquistato uno storico, mai più ripetuto secondo posto nel medagliere, dietro gli Stati Uniti. Che vincono, manco a dirlo, anche nel 1984, anche perché l'Urss resta a casa, ricambiando il boicottaggio subito ai giochi di Mosca 1980, seconda a sorpresa è la Romania, terza la Germania Ovest, mentre l'Italia guadagna un ottimo quinto posto, assommando 14 ori, 6 argenti e 12 bronzi. L'eroe della manifestazione è Carl Lewis, straordinario velocista e lunghista, che ripete i quattro ori quattro conquistati dal connazionale Jesse Owens a Berlino 1936: 100 m (9"99), 200 m (19"80, record olimpico), salto in lungo (8,54 m) e staffetta 4x100 (37"83, record mondiale). Lewis è alto e potente, elegante ed elastico, ha caviglie d'acciaio ed una naturale coordinazione, che gli otterrà il soprannome di "figlio del vento". Nei 200 m, Lewis incrocia Mennea, il primatista mondiale e campione olimpico in carica, che ha già 32 anni, molti per la velocità, soprattutto ai tempi, che chiude settimo in finale. Sara Simeoni, invece, d'oro come Mennea a Mosca, supera comunque i 2 m nel salto in alto e vince la medaglia d'argento. C'è, poi, quanto all'Italia, l'incredibile oro di Alberto Cova nei 10.000 m, che segue l'oro agli Europei del 1982 e l'oro ai primi mondiali di Helsinki nel 1983: una tripletta leggendaria. Dal mezzofondo, 1.500 m arriva anche l'oro di Gabriella Dorio. Le Olimpiadi di Los Angeles registrano anche il secondo oro di Sebastian Coe, in una tiratissima finale dei 1.500 m con i connazionali Ovett e Cram, come l'oro della nazionale di basket Usa, nella quale brilla la stella di un giovane Michael Jordan. Per l'Italia, c'è anche il primo oro olimpico nel canottaggio, categoria due con, dei fratelli Abbagnale con Peppino di Capua: è il principio di una leggenda sportiva immortalata nelle indimenticabili telecronache di Gianpiero Galeazzi (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata, 20^ puntata)

giovedì 17 marzo 2016

Storia delle #Olimpiadi: #Mosca1980. #Mennea e #Simeoni d'oro. La rivalità tra Coe ed Ovett

Olimpiadi di Mosca 1980, quelle del boicottaggio. Dopo l'invasione dell'Afghanistan, gli Stati Uniti sono i capofila di una nutrita lista di paesi che boicottano i giochi moscoviti. L'Italia, a lungo indecisa se partecipare o meno, alla fine va, con qualche se e qualche ma, comunque va, gareggiando sotto la bandiera olimpica. Nel medagliere domina, manco a dirlo, l'Urss, davanti alla chiacchierata Germania Est ed alla Bulgaria, che pure al doping ricorre eccome. L'Italia, dal canto suo, giunge, per le molte assenze, quinta nel medagliere, assommando 8 ori, 3 argenti e 4 bronzi. Vince, finalmente, l'oro sui 200 m, il primatista mondiale, straordinario il 19"72 delle Universiadi dell'anno prima, il grandissimo Pietro Mennea, 20 anni dopo il Berruti di Roma 1960. Muove dall'ottava corsia e compie una rimonta prodigiosa, superando nell'imminenza del traguardo il gallese Wells, già vittorioso sui 100. Una vittoria memorabile. Come quella che ottiene nel salto in alto Sara Simeoni. Dall'atletica, per l'Italia, giunge anche un'altra gioia: Sandro Damilano conquista l'oro nella 20 km di marcia, rinnovando una grande tradizione di successi azzurri. Nel mezzofondo veloce, si registra un nuovo capitolo della grande rivalità tra gli inglesi Coe ed Ovett, il primo favorito sugli 800 m, vince nei 1.500 m, la gara prediletta dal secondo, che invece trionfa sugli 800. Il miglior pugile della manifestazione è l'italiano Patrizio Oliva, che conquista l'oro nella categoria superleggeri. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata19^ puntata20^ puntata21^ puntata22^ puntata23^ puntata)

martedì 15 marzo 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Monaco1972 (Monaco di Baviera 1972). Il trionfo di Mark Spitz, bronzo per Mennea sui 200 m (18^ puntata)

Le Olimpiadi sbarcano a Monaco di Baviera nel 1972 e vengono funestate da un terribile attacco terroristico: anche il tempio dello sport viene profanato. I giochi di Monaco di Baviera rivelano al mondo il talento straordinario del nuotatore statunitense Mark Spitz, che conquista 7 medaglie d'oro in sette gare, stabilendo altrettanti primati del mondo. Solo trentasei anni dopo, Michael Phelps, a Pechino 2008, saprà fare meglio, conquistando otto ori. Nel medagliere, torna a vincere l'Urss, seguita dagli Stati Uniti e dalla sorprendente Germania dell'Est, di cui solo molti anni dopo si scoprirà il ricorso sistematico al doping di stato, che continuerà fino a Seul 1988. L'Italia, che vive un periodo di grave recessione economica e sperimenta gli inizi di un decennio cupissimo sul piano politico e sociale, fa appena meglio che a Città del Messico ed ottiene il decimo posto, assommando 5 ori, 3 argenti e 10 bronzi. Nell'atletica leggera, la sorpresa più grande viene dalla velocità, con il sovietico Valerij Borzov che vince i 100 ed i 200 m, dopo un lunghissimo dominio di atleti di colore in entrambe le specialità. Sui 200 m, l'Italia ottiene una medaglia di bronzo, con un giovane velocista di Barletta, che vive da asceta presso la Scuola Nazionale di atletica leggera del Coni di Formia, Pietro Mennea: diventerà uno dei maggiori campioni della velocità di sempre. Nel fondo, c'è da registrare la doppietta sui 5.000 e sui 10.000 m del finlandese Viren, che si ripeterà quattro anni dopo a Montreal, facendo rivivere la grande tradizione finnica di Kolemainen e di Nurmi. Nel pugilato, categoria peso massimo, c'è il primo oro di un giovane colosso cubano dal grande avvenire, Teofilo Stevenson. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata, 17^ puntata)

lunedì 14 marzo 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Messico1968. Hines, Smith, Beamon e Fosbury riscrivono la storia dell'atletica leggera (17^ puntata)

Forse la più straordinaria edizione della storia delle Olimpiadi, quella di Città del Messico del 1968, anno cruciale nella storia del mondo occidentale, trapunto da contestazioni studentesche e rivoluzioni culturali, più o meno indotte, di cui ancora oggi, a 46 anni di distanza, è difficile calcolare portata e conseguenze. A Città del Messico, questo è certo, si riscrive la storia dello sport e, soprattutto, la storia dell'atletica leggera. Complice l'altura e l'aria rarefatta, Città del Messico, si trova a 2.420 m. sul livello del mare, fioccano i primati del mondo, nelle gare di corsa e nei salti. Jimmy Hines, statunitense, abbatte la soglia psicologica dei 10" nei 100 m, correndo in 9"95, un primato che resisterà per tre lustri. Nei 200 m, c'è lo straordinario 19"83 di Tommie Smith, che passerà alla storia per il capo chino ed il pugno guantato di nero durante la premiazione, assieme al connazionale John Carlos: protesta clamorosa, nel segno del black power, contro le discriminazioni razziali nella società americana. Sarà Pietro Mennea, alle Universiadi del 1979 proprio a Città del Messico, a battere questo record con un clamoroso 19"72. Bob Beamon vola a 9 metri e 90 nel salto in lungo, un balzo prodigioso, che strabilia tutti gli spettatori  ed i commentatori dell'epoca. Ci vorrà una gara memorabile ai mondiali di Tokyo del 1991 per far meglio: Mike Powell volerà a 9,95 m, mentre Carl Lewis, il più grande lunghista della storia, si fermerà a 9,91 m. Nel salto in alto, Fosbury s'inventa un nuovo modo di valicare l'asticella, che porterà il suo nome. Dopo decenni di salti ventrali, Fosbury, dopo una rincorsa di otto passi, salta di schiena, superando l'asticella prima con il tronco e poi con le gambe, richiamate in caduta. I puristi protestano, ma l'invenzione di Fosbury è clamorosa. Dopo di allora, superata qualche resistenza, tutti salteranno, e saltano ancora oggi, come lui. Il pesista Al Oerter, manco a dirlo, vince il suo quarto oro olimpico consecutivo. L'Italia ottiene soltanto un bronzo con Eddie Ottoz nei 110 m ad ostacoli. E, più in generale, segna un grave passo indietro, dopo i risultati brillanti delle ultime edizioni: raccoglie appena 16 medaglie, 3 ori, 4 argenti e 9 bronzi, e precipita al tredicesimo posto nel medagliere, dominato dagli Stati Uniti, davanti all'Urss ed al Giappone, ormai potenza economica mondiale. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata15^ puntata, 16^ puntata)

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Tokyo 1964 (#Tokyo1964), 16^ puntata

Prime Olimpiadi asiatiche nel 1964, Giappone, Impero del Sol Levante, Tokyo. Gli Stati Uniti tornano a conquistare il primo posto nel medagliere, tenendo dietro l'Urss e, manco a dirlo, i padroni di casa del Giappone. L'Italia in pieno boom economico, si conferma ai vertici dello sport mondiale ed ottiene un lusinghiero quinto posto, assommando 10 ori, 10 argenti e 10 bronzi. Nell'atletica leggera, da segnalare la prepotente affermazione, con tanto di primato del mondo eguagliato, dello statunitense Bob Hayes nei 100 m: viene dal football americano e si vede, corsa non elegante ma potente ed efficace. Un altro americano compie un passo decisivo verso la leggenda sportiva. Si tratta del colossale lanciatore Al Oerter, che nel disco conquista il terzo dei suoi quattro ori olimpici consecutivi, stabilendo un primato che, una trentina di anni dopo, soltanto Carl Lewis saprà eguagliare nel salto in lungo. L'Italia si aggiudica l'oro nella 50 km di marcia con Pamich, mentre un bronzo tanto bello quanto inaspettato giunge, sui 400 ostacoli, da Salvatore Morale. Nel ciclismo, come da tradizione, l'Italia brilla e porta a casa tre ori. Nel calcio, poiché non c'è spazio per i professionisti occidentali, dominano ancora una volta i paesi dell'est socialista. Trionfa l'Ungheria del capocannoniere Ferenc Bene, già terza agli Europei di Spagna di quell'anno. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata14^ puntata, 15^ puntata)

giovedì 10 marzo 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): #Roma1960 (Roma 1960). Le leggende di Bikila e Cassius Clay. Berruti oro nei 200 metri (15^ puntata)

Le Olimpiadi arrivano in Italia, a Roma, nel 1960. E' un'edizione straordinaria dei giochi, nel pieno del cosiddetto boom economico, che rivela al mondo campioni leggendari come Cassius Clay, che poi si farà chiamare Muhammad Ali, oro nel pugilato nei massimi leggeri, o l'etiope Abebe Bikila, che trionfa scalzo nella maratona, corsa di notte dentro lo scenario magico di una Roma incantata. E' ancora l'Unione Sovietica a trionfare nel medagliere, davanti agli Stati Uniti ed all'Italia, che assomma 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi. Nell'atletica leggera, Livio Berruti ottiene una clamorosa vittoria nei 200 m, con tanto di primato del mondo. La sua figura longilinea, la sua corsa elegantissima strapperanno pagine memorabili alla penna felice di Gianni Brera: "L'impressione che desta Berruti è sconvolgente. I muscoli deflagrano come in frenesia ma il gesto è di eleganza incredibile, mai vista". E' per Berruti, che Brera conierà l'appellativo di abatino, poi riservato a Gianni Rivera. Berruti, nel villaggio olimpico vivrà una casta storia d'amore con Wilma Rudolph, statunitense, che farà incetta di ori nella velocità. Un grande oro all'Italia viene dal pugile Nino Benvenuti nei pesi welter: Benvenuti saprà replicare questo successo anche tra i professionisti, diventando campione del mondo sia nei superwelter che nei pesi medi. L'Italia domina nel ciclismo, da cui vengono ben cinque medaglie d'oro, tra strada e pista e nella solita riserva della scherma, con l'oro individuale nella spada di Delfino e l'oro nella spada a squadre, con l'intramontabile Mangiarotti. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^puntata, 14^ puntata)

Storia delle Olimpiadi: Melbourne 1956 (14^ puntata). Il trionfo dell'Urss

Le Olimpiadi raggiungono il quinto continente nel 1956 e sbarcano in Australia, a Melbourne. Si registra la clamorosa e rumorosa affermazione dell'Urss di Nikita Krusciov, che strappa agli Stati Uniti il primo posto del medagliere, relegandoli al secondo, davanti ai padroni di casa dell'Australia. L'Italia, che comincia a vivere il proprio miracolo economico, si conferma al quinto posto, assommando 8 ori, 8 argenti e 9 bronzi. Nell'atletica leggera, dove brilla la stella del velocista americano Bobby Joe Morrow, primo nei 100, nei 200 e nella staffetta 4x100, l'Italia resta all'asciutto. La medaglia più bella giunge dal ciclismo su strada, dove Ercole Baldini conquista un oro che gli spalancherà le porte di una grande carriera tra i professionisti. Nel calcio, mattatori sono i paesi dell'Est, dove il dilettantismo, condizione per partecipare ai giochi olimpici, è la regola, con tanto di finale tra Jugoslavia ed Urss. Vince l'Unione Sovietica, che in porta schiera un gigante dai riflessi formidabili. Lev Jascin, destinato a diventare una leggenda del suo sport. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata, 13^puntata)

venerdì 4 marzo 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Helsinki 1952 (13^ puntata). La leggenda di Zatopek. Quando Bud Spencer era ancora Carlo Pedersoli

Nel 1952 le Olimpiadi si tengono ad Helsinki, in Finlandia. Dietro i soliti Stati Uniti, che conquistano il primo posto nel medagliere, arriva l'Urss, a rinfocolare una competizione senza quartiere, tra le due massime potenze mondiali: la guerra fredda, secondo la celebre definizione coniata da Orwell. Terza arriva l'Ungheria, paese del blocco socialista, come la Cecoslovacchia di Emil Zatopek, il leggendario fondista che, dopo le imprese di Londra 1948, si ripete conquistando i 5.000 ed i 10.000 m, aggiungendo un clamoroso successo nella maratona. L'Italia, che sta avviando una faticosa ma inesorabile ricostruzione sulle macerie della guerra, ottiene un ottimo quinto posto, assommando 8 ori, 9 argenti e quattro bronzi. Nell'atletica leggera, Consolini, oro nel disco a Londra quattro anni prima, vince l'argento, mentre da Dordoni arriva l'oro nella 50 km di marcia. Nella gara regina del nuoto, i 100 stile libero maschile, un atleta italiano scende per la prima volta sotto la soglia del minuto. Si tratta di un colosso napoletano di ottimi studi, Carlo Pedersoli, che poi avrà una straordinaria carriera di attore con il nome d'arte di Bud Spencer. Nonostante il primato italiano, Pedersoli esce di scena in semifinale. La riserva di caccia dell'Italia resta, però, la scherma. E, fra tutti, si distingue il grande Edoardo Mangiarotti, che, a sedici anni di distanza dall'oro di Berlino 1936 nella spada a squadre, conquista due medaglie d'oro ad Helsinki, nella spada individuale e di nuovo nella spada a squadre, oltre a due argenti, nel fioretto maschile e nel fioretto a squadre. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata, 12^ puntata)

venerdì 19 febbraio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Londra 1948 (12^ puntata)

Dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale, dopo dodici anni da Berlino '36 e due edizioni capitate, e perciò saltate, nel mezzo del conflitto più spaventoso della storia del genere umano, le Olimpiadi tornano a Londra nel 1948. Per la seconda volta, dopo quelle del 1908 e 64 anni primia delle terze, e per ora ultime nella capitale britannica, del 2012. Nel medagliere prevalgono, come nella guerra da poco terminata, gli Stati Uniti, davanti ad una sorprendente Svezia ed alla Francia. L'Italia è quinta ed assomma, alla fine, otto ori, undici argenti ed otto bronzi . Nell'atletica leggera, arriva, nel lancio del disco, l'annunciato oro, con tanto di record olimpico,  di Adolfo Consolini, un colosso di 1,83 m per 100 kg, cui dedicherà splendide pagine un giovane inviato della Gazzetta dello Sport, Gianni Brera, seguito sul podio da un altro italiano, Giuseppe Tosi. Si rinnova, poi, la tradizione della staffetta 4x100, con un bronzo. Due sono le stelle della manifestazione: la velocista olandese, già mamma, Fanny Blankers - Koen, che si aggiudica ben quattro medaglie d'oro, tra 100, 200, 80 m ad ostacoli e staffetta 4x100, ed il cecoslovacco Emil Zatopek, che inizia un lungo dominio nel mezzofondo, vincendo l'oro nei 5.000 e nei 10.000 m. Zatopek, in particolare, sovverte le regole della corsa ed indigna i puristi, con la sua andatura sgraziata, la testa ciondolante, il volto continuamente straziato da smorfie di dolore. Ha uno stile pessimo, che tuttavia risulta estremamente redditizio, al punto da sfiancare tutta la concorrenza, a cominciare da quella degli atleti finlandesi. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata, 11^ puntata)

martedì 16 febbraio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): Berlino 1936 (11^ puntata). La leggenda di Jesse Owens

Nel 1936, le Olimpiadi, undicesima edizione dell'era moderna, si tennero a Berlino. I nazisti, di cui ancora molti in Europa sottovalutavano il pericolo, si profusero in uno sforzo senza precedenti per comunicare al mondo la folle idea di superiorità della civiltà tedesca e della fantomatica razza ariana. Hitler diede incarico ad una giovane regista, peraltro ricca di talento, Leni Riefenstahl di raccontare per immagini l'avventura delle Olimpiadi: ne sortì un lungo film, Olympia, maniacale ed estetizzante, ma tecnicamente notevole, nel quale gli sforzi degli atleti venivano ripresi da mille angolazioni. Un capolavoro inquietante. L'eroe della manifestazione, inesorabile beffa alle teorie razziali dell'imbianchino austriaco, sarà lo statunitense di colore Jesse Owens, quattro medaglie d'oro, a cominciare da quella più prestigiosa sui 100 piani, cui si aggiungeranno l'oro sui 200, l'oro nella 4x100 e l'oro nel salto in lungo. Soltanto Carl Lewis, a Los Angeles 1984, riuscirà ad eguagliare questo primato. La Germania trionfa però nel medagliere, davanti agli Stati Uniti, usciti a pezzi dalla "grande depressione" ed alla sorprendente Ungheria. Quanto alla regina della manifestazione, l'atletica leggera, nel mezzofondo veloce, l'Italia ottiene un argento con Mario Lanzi, negli 800 m, ed un bronzo con Beccali, campione a Los Angeles, nei 1.500 m. Ma, il risultato più bello è quello colto dalla staffetta 4x100: un argento dietro gli imprendibili americani capitanati da Owens. L'Italia conquistò anche un oro nell'atletica femminile, con la grandissima Ondina Valla: la sua vittoria negli 80 m ad ostacoli fu decretata dal fotofinish, utilizzato per la prima volta sul filo di lana. Nel medagliere, l'Italia finì quarta, mettendo assieme otto ori, nove argenti e cinque bronzi. Ben quattro ori giunsero dalla scherma, da lustri riserva di caccia prediletta dagli atleti italiani. Il successo più festeggiato venne però dal calcio, dove la nazionale di Vittorio Pozzo confermò la superiorità del calcio nostrano, faro negli anni '30. Con Pozzo, l'Italia era stata campione del mondo nel 1934 e si sarebbe confermata tale a Parigi, nel 1938. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata, 10^ puntata)

lunedì 8 febbraio 2016

Storia delle Olimpiadi (#Olimpiadi): 10^ puntata (Los Angeles 1932). Italia seconda nel medagliere: 12 ori, 12 argenti e 12 bronzi

Le Olimpiadi, dopo l'infelice esperienza di Sain Louis 1904, varcano di nuovo l'Oceano Atlantico per tornare negli Stati Uniti, questa volta a Los Angeles, California, ove pulsa frenetico il cuore dell'industria cinematografica cui tutto il mondo occidentale guarda con ammirazione. L'Italia, nel solco di una tendenza già tracciata a Parigi e proseguita ad Amsterdam, dove aveva concluso sempre al quinto posto, realizza un vero e proprio exploit, conquistando addirittura 36 medaglie, 12 ori, 12 argenti e 12 bronzi, e finendo al secondo posto del medagliere, dietro agli Stati Uniti e davanti alla Francia: Mussolini si intesterà molti dei meriti di questa straordinaria impresa sportiva. Basti pensare che il primato di 36 medaglie ai giochi dura tuttora, laddove soltanto nel 1984, sempre a Los Angeles, ma assenti i paesi socialisti per via del boicottaggio, l'Italia conquisterà più ori, 14. I giochi di Los Angeles 1932 segnano una specie di felice interruzione durante la Grande Depressione cominciata nel 1929. Mezzo mondo è in ginocchio, sembra la fine del capitalismo. Gli Stati Uniti sono piegati da una disoccupazione senza precedenti, ma l'Europa non se la passa meglio. Nell'atletica leggera, domina l'atleta di casa Eddie Tolan, che vince i 100 ed i 200 m, con tanto di primato del mondo sulla distanza più breve, un clamoroso 10"3. Una medaglia d'oro va anche all'Italia, con Luigi Beccali, che vince i 1.500 m, con tanto di record olimpico in 3'51"2, mentre Frigerio ottiene il bronzo nella 50 km di marcia, come, sarà l'inizio di una grande tradizione tecnica, la staffetta 4x100: nessun velocista azzurro è di primo piano, ma il passaggio del testimone avviene negli spazi consentiti con grande fluidità. L'Italia ottiene quattro ori nella ginnastica, due nella scherma e tre nel ciclismo, sport popolare più del calcio da noi: nella corsa a squadre, grande protagonista è Olmo, che di lì a poco, passato professionista, conquisterà 20 tappe al Giro d'Italia e due edizioni della Milano - Sanremo. (cfr. 1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata,  6^ puntata7^ puntata8^ puntata, 9^ puntata)