Elenco blog personale

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domenica 17 luglio 2022

TdF 2002: a Carcassonne vince Philipsen

Quindicesima tappa del Tour de France 2022, da Rodez a Carcassonne, 202,5 km. La prima notizia di giornata è il ritiro di Primoz Roglic, già da tempo fuori classifica. La tappa finisce con un volata di gruppo che premia il belga Philipsen sul connazionale Van Aert e Pedersen. 

La classifica generale (dopo 15 tappe).
1. Jonas Vingegaard (DAN)
2. Tadej Pogacar (SLO)  a 2'22" 
3. Geraint Thomas (GBR) a 2'43"
4. Romain Bardet (FRA) a 3'01"
5. Adam Yates a 4'06"

giovedì 16 dicembre 2021

Aguero lascia il calcio. Il ritiro di un campione

Aritmia cardiaca e ritiro anticipato dalla scena del calcio agonistico per Aguero. Uno dei migliori centravanti degli ultimi 20 anni. Compatto, gambe fortissime, tecnico come e più di un 10 autentico, e, a dispetto dei 172 cm di statura, formidabile nel gioco aereo. Opportunista, virtuoso del dribbling, scatto secco e tiro potente. Soltanto gli infortuni e la miopia tecnica di Guardiola ne hanno limitato il rendimento negli ultimi anni. Nessuno ha segnato quanto l'asso argentino nel Manchester City, nessuno ha la sua media gol/minuti giocati in Premier League, dove ha lasciato da quarto marcatore assoluto con 184 reti, dopo Shearer, Rooney e Andy Cole. Genero di Maradona, ne aveva sposato la figlia Giannina, salvo poi separarsene, parlava, senza la medesima sapienza e il medesimo genio, va da sé, la stessa lingua calcistica del massimo calciatore di sempre. Non cosa da poco. Per ritrovare un centravanti così tecnico e non particolarmente alto, bisogna risalire a Romario, al Tostao del Brasile '70, ché altrimenti giostrava da 10, o al Meazza dell'Inter anni '30, ché in nazionale Meazza agiva da mezzala. Insomma, fuoriclasse senza se e senza ma. Aguero lascia a 33 anni, con una carriera straordinaria alle spalle, attraversata da lampi di classe purissima e giocate rimaste storiche (vedasi il gol che regalò lo scudetto al Manchester City di Mancini). Gli è mancato solo il mondiale. Per qualche infortunio suo e i noti limiti di carisma e personalità del quasi coetaneo Messi. E la Champions League, a causa dell'ego di Guardiola.

lunedì 15 novembre 2021

Il lungo ritiro di Valentino Rossi

Sebbene interista come me, ammetto di aver avuto poca simpatia sportiva per Valentino Rossi, ritiratosi ieri a quasi 42 anni, tra gli osanna, i peana e gli evviva della stampa tutta, compatta e unanime. Preferivo, ai tempi dei suoi esordi, il pulitissimo stile di guida di Biaggi e, più ancora, l'irruenza spontanea di Capirossi. Non mi piaceva il suo stile di guida, non mi piacevano certe sue reazioni, certe sue espressioni, i festeggiamenti chiassosi e roboanti dopo le vittorie, e, soprattutto, quell'agonismo perenne, quel desiderio inesausto di affermazione. D'altra parte, non entro nel merito tecnico, troppo evidente essendo stata la sua caratura di campione e il palmares non ammettendo dubbi. Però, ecco, visto che si sta parlando anche del personaggio e non solo del pilota, a me il personaggio non era simpatico. Il pilota, poi, mi pare che si sia ritirato con 4 o 5 anni di ritardo: l'ultimo Gran Premio lo vinse in Olanda nel 2017! 

domenica 23 maggio 2021

Giro d'Italia 2021: a Gorizia vince Campenaerts

Oggi, quindicesima tappa del Giro d'Italia 2021, lunga 147 km, da Grado a Gorizia. Frazione vallonata, adatta a colpi di mano. Il gruppo risentirà delle fatiche di ieri.

La cronaca. 

Va via una fuga, costante di questo Giro n. 104. A Gorizia, sotto la pioggia, vince Campenaerts. Costretto al ritiro il tedesco Buchmann, che era sesto nella generale.

mercoledì 15 maggio 2019

Frascati-Terracina: bis di Ackermann. Si ritira Tom Dumoulin

Giro d'Italia 2019, 5^ tappa, Frascati-Terracina, 140 km.

Tappa breve, che inizia in discesa e finisce pianeggiante, per soli 140 km. Arrivo predestinato ad una volata di gruppo. Elia Viviani, dopo la retrocessione sofferta l'altro ieri, con vittoria assegnata a Gaviria, va in cerca del primo successo in questo Giro d'Italia. Giornata da tregenda, pioggia battente lungo tutto il percorso. Si ritira prestissimo Tom Dumoulin, malconcio per la brutta caduta di ieri: grave perdita per il Giro. La tappa termina in volata secondo pronostico, ma Viviani non fa lo sprint. Che vince di nuovo il campione nazionale tedesco Ackermann su Gaviria.

lunedì 21 gennaio 2019

Chi è e chi è stato Roger Federer, sua maestà del tennis

Il tempo incombe anche sul talento immacolato di Roger Federer. La sconfitta che ieri l'asso elevetico ha rimediato a Melbourne, Australian Open 2019, dal greco Tsitsipas ha riaperto la corsa ai pronostici sulla fine della sua carriera. Peraltro, Federer ha annunciato che tornerà a giocare sulla terra rossa, segnale che gli aruspici della racchetta hanno voluto interpretare come un passo d'addio. Come il desiderio di salutare anche Montecarlo e Roma e Parigi, mentre incede lungo il suo maestoso sunset boulevard. Sarà così? E, soprattutto, chi è stato e chi è Roger Federer? Della sua classe si è già detto tutto, ultima resistenza del tennis antico, classico, elegante, come si è detto della sua modernità, perché Federer ha sempre saputo giocare anche colpi violenti e ha ricavato tanti punti dal servizio. Un repertorio talmente vasto di colpi, che spesso Federer vi ha smarrito la direzione degli incontri o di molti punti. Perché, questo è stato il suo grande limite, tatticamente, Federer non è stato un maestro. Maestro in tutto il resto, ma non nelle scelte. Ha vinto, moltissimo, perché era il più forte e quando era il più forte, nettamente. Ha perso, tante volte, invece, partite che avrebbe potuto vincere. Per non saper che fare. Anche del suo talento. Tutto il contrario di Nadal, che una palla break difficilmente la spreca. Federer ne ha sprecate un'infinità. Ieri, 12. Chi è stato Roger Federer? A mio giudizio il più grande tennista di sempre, per il braccio, per il polso, il colpo d'occhio, e per la straordinaria coordinazione naturale, il più grande dono fattogli alla nascita. Agonisticamente e tatticamente, ha invece mostrato molti limiti. Chi è Roger Federer? Oggi, mi sembra confuso. A sprazzi, gioca ancora un tennis meraviglioso. Epperò, una nuova generazione avanza. Potrebbe, questo penso nonostante tutto, ancora regalarsi e regalarci una grande impresa. Un altro Slam.

lunedì 5 novembre 2018

Van der Vaart si ritira

Talento mancino della terza generazione d'oro olandese, Rafael Van der Vaart, 35 anni, decide di appendere le scarpette al chiodo. Da qualche anno, la traiettoria della sua carriera era discendente. Eppure il talento messosi in luce nell'Ajax di Amsterdam, è stato a lungo il leader di quella pattuglia di talenti, Robben, Sneijder, Huntelaar e Van Persie, tutti nati tra il 1983 e il 1984, che sfiorò il successo ai mondiali sudafricani del 2010. Centrocampista offensivo completo, resistente e veloce, dal tiro secco e preciso. Baricentro basso, controllo pieno del pallone, sapeva reggere il confronto spalla a spalla con difensori più alti e più robusti di lui. Calciava le punizioni a foglia morta, saltava gli avversari con facilità, ma sapeva anche comandare il gioco offensivo con grande naturalezza. Ha brillato oltre che nell'Ajax, nell'Amburgo e nel Tottenham, con una parentesi, in chiaroscuro, nel Real Madrid. Ha vinto, in carriera, molto meno di quanto il suo talento gli avrebbe permesso. Chiude con 198 gol in carriera, proprio come Recoba: il talento mancino, tolto Maradona, per eccellenza.

Rafael Van der Vaart

martedì 23 gennaio 2018

Nadal si ritira, Cilic in semifinale agli Australian Open 2018

Si ritira al quinto set Rafa Nadal, quando il punteggio era di 6-3, 3-6, 7-6, 6-2, 0-2 a favore di Cilic, nei quarti di finale degli Australian Open 2018. Nadal ha accusato un problema alla gamba destra, ma era in evidente difficoltà. Non ci sarà la rivincita con Federer. 

lunedì 13 novembre 2017

Italia eliminata dalla Svezia. Niente mondiali di Russia 2018. Unica consolazione: Buffon lascia

Non sentiremo più le sue prediche. Facciamoci bastare questa consolazione. Finisce la carriera azzurra del sopravvalutato Buffon. Purtroppo l'Italia non batte la Svezia e, complice la sconfitta dell'andata degli spareggi, perde l'ultimo treno per i mondiali di Russia 2018. L'ultima volta che la nazionale italiana aveva mancato una qualificazione ai mondiali era stata 60 anni fa, contro l'Irlanda del Nord. Perdemmo la possibilità di giocare i mondiali di Svezia, fatalità, 1958. Ventura, consigliato da Lippi, ha tante colpe, come il patetico blocco bianconero, vecchio come matusalemme. E gagliardo solo a parole. Sipario.

sabato 1 luglio 2017

Tour de France 2017: Geraint Thomas prima maglia gialla. Valverde cade e si ritira

Geraint Thomas, a sorpresa, vince la cronometro inaugurale del Tour de France 2017 e veste la prima maglia gialla. Bella prova di Froome, Trentin ottimo quinto e primo degli italiani. Brutta caduta per Valverde, costretto al ritiro.

lunedì 27 giugno 2016

#Messi lascia l'Argentina, sconfitta dal Cile ai rigori nella finale di Coppa America

Tre finali perse in tre anni. E mai una prova all'altezza nei momenti solenni. Messi, schiacciato dal confronto con Maradona, ha deciso di lasciare la nazionale albiceleste a 29 anni, con il primato di gol, strappato a Batistuta proprio nella Coppa America, persa stanotte ai rigori con il Cile, e Messi ha sbagliato il suo, ma giocando 40 partite di più. E la prova provata che ha fatto più il Barca per Messi che Messi per il Barca. Sotto pressione, nei panni del capo, Messi si scioglie. E così questo ritiro annunciato a sconfitta ancora calda profuma di fuga e di resa.

domenica 15 maggio 2016

Di Natale (#DiNatale) 311 gol in carriera

Di Natale si ritira segnando il suo ultimo gol in campionato , il n. 209 in serie A nonché il n. 311 in carriera. Segue classifica dei primi dieci cannonieri italiani in tutte le competizioni.

  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 346 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Toni 322 gol
  5. Totti 320 gol
  6. Roberto Baggio 318 gol
  7. Inzaghi 316 gol
  8. Di Natale 311 gol
  9. Altobelli 298 gol
  10. Vialli 286 gol

domenica 8 maggio 2016

Toni (#Toni) 322 gol in carriera: rigore a cucchiaio contro la Juve

Rigore a cucchiaio contro la Juve e Toni, al passo d'addio, sale a 322 gol in carriera. Segue classifica dei primi dieci cannonieri italiani.

  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 346 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Toni 322 gol
  5. Totti 320 gol
  6. Roberto Baggio 318 gol
  7. Inzaghi 316 gol
  8. Di Natale 310 gol
  9. Altobelli 298 gol 
  10. Vialli 286 gol


lunedì 9 novembre 2015

Flavia Pennetta si congeda da n. 8 al mondo: la migliore tennista italiana di sempre

Flavia Pennetta lascia il tennis. E la notizia è vecchia di almeno due mesi. Avendo la campionessa brindisina annunciato il ritiro dopo lo straordinario successo colto agli Us Open, primo ed unico titolo dello Slam di una carriera lunga e vincente, che ha resistito anche ad infortuni piuttosto seri. Undici titoli Wta per la Pennetta in 25 finali nel singolare, diciassette titoli nel doppio, su trentaquattro finali. Titolo Slam in singolare, si è detto, gli Us Open 2015, titolo Slam nel doppio, con la Dulko, Australian Open 2011. Numero 6 al mondo come miglior classifica, qualche settimana fa, in singolare, numero uno al mondo nel doppio, dove conquistò anche il Master di fine anno, nel 2010. A tutto questo si aggiungano le quattro vittorie ottenute con la nazionale in Federation Cup. Flavia Pennetta, fisico longilineo ed armonioso, lontano da quello delle virago della sua generazione, ha giocato un tennis classico, con il punto di forza nel rovescio lungolinea, solidità da fondo campo, un servizio che nel tempo si è fatto sempre più efficace e tocchi sempre sapienti a rete. La più grande tennista italiana di sempre si ritira e lo fa, pubblicate oggi le classifiche di fine anno della Wta, da n. 8 del mondo. Ancora al vertice. Ad maiora

domenica 13 settembre 2015

sabato 12 settembre 2015

La Pennetta annuncia il ritiro in diretta dopo il successo agli Us Open 2015

Stiamo scherzando? Spero di sì. Ma, Flavia Pennetta ha appena annunciato il ritiro dopo lo straordinario successo agli Us Open 2015. Sarebbe bello se continuasse a giocare. Altrimenti auguri di cuore per la sua vita dopo il tennis.

giovedì 3 settembre 2015

Froome si ritira dalla Vuelta 2015: frattura al piede e stagione finita

Crisi spiegata, quella di ieri, del britannico Froome nella tappa più dura della Vuelta 2015. La caduta nei primi chilometri, come è poi emerso, gli aveva procurato la frattura ad un piede. Il vincitore di due Tour de France lascia ammaccato la Vuelta e chiude in anticipo la stagione. Sfuma, in questo modo, la possibilità di un'accoppiata Tour - Vuelta nello stesso anno, impresa riuscita due sole volte, nel 1963, ad Anquetil, e nel 1978, a Bernard Hinault. Ai tempi, però, si correva prima la Vuelta e poi il Tour, con il Giro d'Italia nel mezzo.

martedì 15 luglio 2014

Dieci ragioni per cui Nibali ha già vinto il Tour

Dopo l'assolo in salita di ieri, è difficile immaginare come Nibali possa perdere il Tour de France 2014. Ecco dieci ragioni per cui Nibali, se Dio vuole, ha già vinto il Tour.

  1. Ha preparato il Tour con metodo: negli ultimi 25 anni, il Tour si è vinto solo con un avvicinamento mirato, generalmente evitando di correre prima il Giro.
  2. Ha visto cadere e ritirarsi i rivali più insidiosi e titolati, prima Froome, poi, ieri, Contador.
  3. Quelli rimasti, da Valverde a Rui Costa, si accontenterebbero dei gradini inferiori del podio.
  4. Nibali ha un "motore" da corse a tappe, tanto che ha già vinto la Vuelta ed il Giro e vanta un terzo posto al Tour: insomma, ha compiuto tutto il cursus honorum. Gli manca soltanto il "consolato" del Tour de France
  5. Nibali ha una squadra di primissimo ordine, sicché sarà difficile che resti vittima di imboscate.
  6. In salita, al momento, è il più forte.
  7. E' migliorato anche nelle prove contro il tempo.
  8. Guida benissimo il mezzo, circostanza ingiustamente trascurata negli ultimi anni, al momento di valutare la forza di un corridore. Non è un caso che sia rimasto indenne dalle tante cadute di questi primi dieci giorni di corsa.
  9. Ha conquistato anche i francesi, che apprezzano il suo stile riservato.
  10. Ha trovato il coraggio di attaccare anche quando, come ieri, altri avrebbero corso in difesa: è il segno di una piena fiducia nel suo talento e nella sua condizione di forma.

mercoledì 14 maggio 2014

Recoba non si ritira. Se tornasse all'Inter?

Recoba non si ritira, sebbene avesse annunciato più volte in questa sfortunata stagione l'intenzione di farlo in questo mese di maggio. No, non si ritira, giocherà un altro anno. Al Nacional Montevideo oppure altrove. Allora, considerato che l'Inter in questi ultimi anni ha ingaggiato fior di giocatori scarsi, riprenda un campione, sia pure svogliato come Recoba. Ha 38 anni? Chissenefrega. A tanti non piace? Due volte chissenefrega. Potrà giocare poche partite e lo farà con la pancetta? Tre volte chissenefrega. Piuttosto che Belfodil, oggi e sempre Recoba. Riguardate questa splendida rete passata alla storia come gol similar de Maradona.

giovedì 10 ottobre 2013

La crisi di Roger Federer

Sconfitto anche a Shangai, da Monfils. Annus horribilis, questo 2013, per Roger Federer, una volta re del tennis, precipitato al settimo posto della classifica Atp. Tolto il successo sull'erba amica di Halle, nessun acuto per l'asso elvetico, che gli scommettitori pronosticano vicino al ritiro. Crisi, declino, viale del tramonto? Che succede a questo giovanotto di 32 anni, 17 titoli dello Slam in carriera ed un dominio che, nel tennis, rassomiglia a quello immenso di Carlo V di Spagna? Il potere, d'evidenza, logora pure, almeno a lungo andare, chi ce l'ha. A vederlo giocare, Federer mostra sempre lampi, bagliori di  una classe, che a tutti gli altri manca. Non è più capace, però, di tenere la concentrazione a lungo, alla prima difficoltà si arrende, perde i punti decisivi, rinuncia ai recuperi più impervi, osserva quasi da spettatore le partite che appena cominciano a sfuggirgli. Un collasso della volontà, che in un sport terribilmente cerebrale come il tennis, diventa un limite invalicabile. Mi spiego meglio. La sensazione è che, se gli tornasse la voglia di farlo, Federer potrebbe ancora battere chiunque. Ma, neppure lui, toccato da un talento irripetibile, può permettersi di giocare e di vincere senza versare una goccia di sudore, senza soffrire almeno un poco, non quanto Nadal, che pare un flagellante, ma almeno un poco. Il 2014 sarà decisivo. Per il poco che conta, credo che Federer vorrà uscire di scena, prima o poi tocca a tutti, da campione. E non da comparsa, quale spesso è stato quest'anno.