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domenica 3 febbraio 2019

Inter-Bologna 0-1: disfatta nerazzurra. La resa di Spalletti

Santander ha vinto un duello aereo con De Vrij, sul gol del Bologna.  E può starci.  E l'Inter è stata sfiduciata e dimessa a lungo, arrembante ma caotica nel finale, con Ranocchia centravanti. Forse la mossa meno sconsiderata dell'ultimo Spalletti. Che conferma Nainggolan. Non pervenuto. Icardi e Lautaro Martinez sbagliano un gol a testa. Il centrocampo nerazzurro è di bassa qualità. Latitano le idee. Almeno Perisic s'impegna. Ma fa più cross sensati Pulgar da solo che tutti i calciatori nerazzurri stasera. Un pianto. La resa di Spalletti. Se ne vada Marotta: Cedric è la prova della sua incompetenza.

lunedì 19 febbraio 2018

Inter: le ragioni di una lunga crisi (in 5 punti)

Nove punti in dieci giornate sarebbero costati la panchina a qualunque altro allenatore. Spalletti resta in sella per i risultati delle prime quindici partite di serie A, per la mancanza di alternative e per il ricco contratto che lo lega all'Inter. Epperò, qualche colpa ce l'ha. Una crisi, questa dell'Inter, davvero preoccupante. Andiamo con ordine:

  1. Nelle prime 15 giornate, Icardi ha segnato 16 gol, Perisic sette. Impensabile che potessero continuare a quei ritmi. Eppure Spalletti non ha immaginato contromisure ad un loro prevedibile calo di rendimento. 
  2. L'Inter aveva giocato sempre al 100% delle proprie possibilità, raccogliendo, qui e là, anche la mano della buona sorte. Impensabile poter tenere sempre così alta la tensione nervosa, impensabile che continuasse l'assistenza della fortuna. Spalletti avrebbe dovuto lavorare di più sulle soluzioni offensive. Invece un solo schema: cross dalle fasce. Gli avversari l'hanno capito.
  3. A gennaio, sarebbe stato necessario intervenire. Con un centrocampista capace d'inserirsi e di segnare, per esempio Ramires, e con un trequartista capace di accendere la luce sulla trequarti. Anche contro il Genoa, l'Inter ha tenuto il pallone più degli avversari. Ma, arrivata negli ultimi 30 metri, non sapeva che fare. Quanto sarebbe servito Pastore, specialmente ora che non c'è Perisic a saltare l'uomo, che Candreva è sparito, che Borja Valero, ma non è più una novità, cammina. E qui ci sono le colpe di Suning. 
  4. Nelle ultime dieci partite, l'Inter ha segnato la miseria di 7 gol. Due Icardi, nessuno Perisic (cfr. punto 1). Candreva ha avuto un tracollo. Per di più la difesa ha cominciato a subire quello che priva evitava. Sarebbe stato saggio virare su un 4-4-2, in nome del vecchio motto di Sir Chapman: safety first. Spalletti non l'ha fatto. Insistendo con un 4-2-3-1, per il quale mancano gli interpreti e che la squadra non regge. Ora, la difesa sta subendo un gol a partita.
  5. Poi, ci sono i nodi irrisolti. A sinistra, Spalletti aveva scelto, e bene, Santon. E' bastata la partita sfortunata contro l'Udinese, per mettere tutto in discussione. Eppure la crisi era iniziata contro il Pordenone. E Santon non aveva giocato. Le altre tre sconfitte, Sassuolo, Milan in Coppa Italia e Genoa, hanno visto Santon in panchina. Hanno giocato Nagatomo, finalmente andato via, Dalbert, Cancelo e D'Ambrosio a sinistra. Tutti male, alcuni malissimo. Handanovic, per me da sempre non da Inter, da sempre trafitto da gol evitabili, al netto di qualche parata più spettacolare che difficile, ha sulla coscienza diversi punti persi, diversi gol presi. Compreso quello di El Shaarawi contro la Roma. Sono anni che va così. Come D'Ambrosio, la cui cifra tecnica è compatibile, al massimo, con la serie C. Aver puntato su di loro, ancora, è stato un errore di Spalletti. Come aver impiegato mesi a panchinare Candreva, poi tornato titolare, purtroppo, contro il Genoa. Stesso discorso per Borja Valero. Emmers, già oggi, è due volte più forte.


martedì 6 dicembre 2016

La crisi dell'Inter in 5 punti. Pioli inadeguato

Una crisi è una crisi. Impossibile definire altrimenti la vicenda ultima dell'Inter, passata, nello spazio breve di tre mesi, da Mancini a De Boer fino a Pioli, il più inadeguato dei tre. Nelle ultime quattro partite, l'Inter di Pioli ha ammassato la miseria di quattro punti e tutti gli argomenti, spesi per spiegarne la nomina, dalla conoscenza della serie A al polso fermo, alla preparazione tattica, hanno mostrato la corda dell'inconsistenza. Ciò detto, è crisi. Perché? Provo a spiegarla in 5 punti.

  1. Mancini, scontento del "mercato", ha allenato di malavoglia, sperando in una chiamata prestigiosa, puntualmente mancata. Preparazione poco intensa, impedita anche dalla gita americana di inutili amichevoli. La squadra ha, perciò, il fiato corto.
  2. L'Europeo e la Coppa America hanno riconsegnato giocatori spremuti, da Perisic a Miranda.
  3. De Boer è arrivato tardi, senza poter influire sulla preparazione e sulla rosa. Presto sfiduciato dalla dirigenza e non seguito da giocatori svogliati, è stato esonerato ingiustamente.
  4. Pioli non ha la personalità per stare all'Inter, dove hanno fallito allenatori ben più esperti di lui. Vuol compiacere la dirigenza, di qui l'insistenza su Kondogbia, l'ostracismo verso Santon, fedelissimo di De Boer. 
  5. I giocatori sono stati scelti un poco a caso. A pensarci bene, sia pure con caratteristiche assai diverse, Candreva, Gabigol e Joao Mario si esprimono al meglio giocando larghi a destra. Questo, tra i molti possibili, è un esempio della mancata programmazione, che fa dell'Inter una squadra ricca di talento ma pure di doppioni, con ruoli scoperti o coperti male. E povera, invece, di interisti veri, di giocatori legati alla maglia. L'indifferenza di molti di loro nasce dai continui cambiamenti: si sentono di passaggio.

domenica 1 febbraio 2015

Inter travolta dal Sassuolo: Mancini vattene. La crisi dell'Inter è seria

E non se ne va. Sta sempre lì a mendicare rinforzi, a rimpiangere gli assenti, a straparlare di progetto, protetto da una stampa sempre condiscendente e da una società allo sbando. Zaza e Sansone ricordano invece che Mancini ha un rendimento senza precedenti, asfaltando la sua vincibile armata già nel primo tempo. Nella ripresa, confusione. Qualche tentativo sbilenco. Mancini butta dentro anche Puscas. Ma il gol viene da Icardi, ingiustamente escluso all'inzio. Poi, terzo gol del Sassuolo, che scavalca l'Inter in classifica. Rigore di Berardi. Perché quando ben tirato Handanovic non para un emerito... rigore. Mancini vattene! Dieci partite, dieci punti per Mancini. Media di un punto a partita, media da retrocessione. Rischia di fare peggio, e sarebbe un'impresa, dell'Inter di Stramaccioni. Mancini vattene. 

lunedì 6 ottobre 2014

Inter: via Mazzarri. Ci vuole Zenga

I risultati sono pessimi ed è un fatto noto. Tuttavia, la ragione per la quale Mazzarri va esonerato è da ricercare nella maschera rassegnata che il tecnico toscano ha mostrato in campo e dopo la partita, davanti alle telecamere. Non sa più, e l'ha persino ammesso, cosa fare, come raddrizzare la situazione, come riprendere le redini di una squadra impaurita, stanca, seduta. Le dichiarazioni di Mazzarri di ieri sera sono la prova che occorre un cambio immediato nella guida tecnica della squadra. Che sembrava solida fino ad otto giorni fa e che ora rischia di precipitare in classifica. Non so dire cosa possa essere accaduto. Ma, la crisi è aperta. E Mazzarri, apparso davvero provato, non è in grado di uscirne. Esonerato Mazzarri, si pensi finalmente ad un tecnico di grande personalità. Io faccio il solito nome: Zenga. Con i limiti tecnici che ci sono, perché ci sono, il carattere può fare la differenza. Thohir, invece, mi pare che abbia le idee confuse e ragiona di rinforzi a gennaio, di un altro centrocampista di qualità da affiancare a Kovacic ed Hernanes. No, già i due faticano a giocare assieme, occorre semmai un centrocampista dinamico, considerato che Medel, che secondo me è forte, tiene soprattutto la posizione, e che M'Vila è lentissimo. Il centrocampo andrebbe innervato con un assaltatore alla Nainggolan.