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lunedì 30 ottobre 2023

Il sopravvalutato Messi non merita il Pallone d'Oro 2023

Non ci sarebbe minimamente bisogno di scrivere altro dopo il titolo, se nel calcio la memoria, non dico la storia, ma la memoria contasse qualcosa. Tanto più che Messi ha in bacheca almeno tre Palloni d'Oro su sette non propriamente meritati. Nel 2010, quando soffiò il titolo ai campioni del mondo Xavi e Iniesta; nel 2019, quando lo tolse a Van Dijk, che aveva giganteggiato nel Liverpool; nel 2021, quando superò ingiustamente Lewandowski. Anche il successo del 2012 fu discutibile. Ora, nel 2023, il Ballon d'Or non può finire a Messi, che ha fallito al Psg e sta svernando in Florida. Il mondiale del Qatar è del 2022. E, comunque, nessuno può ragionevolmente negare che, negli ultimi 12 mesi, Mbappé e Haaland, ma io credo anche Harry Kane, abbiano fatto più e meglio di lui. Dopo il mondiale, anzi, sono stati ben più decisivi anche De Bruyne e Lautaro. Conferire l'ennesimo titolo a Messi toglierebbe ulteriore prestigio a un premio che, un tempo, era stato importante.

martedì 4 ottobre 2022

Inter-Barça 1-0: Calhanoglu! Impresa nerazzurra

Torna la Champions League, con l'Inter che ospiterà il Barcellona di Xavi. Catalani favoriti, nerazzurri obbligati a cercare da subito un difficilissimo riscatto. La panchina di Simone Inzaghi è, infatti, più che traballante. 

La cronaca.

La squadra è con Inzaghi e non era scontato. Si vede subito dalla concentrazione di Skriniar, De Vrij e Bastoni; dalla maggior tranquillità di Barella, dagli applausi che i nerazzurri si fanno in campo. Cose che non si vedevano da tempo. Il Barca attacca in modo avvolgente ma compassato salvo accelerare con Dembelè. Che dribbla con facilità. L'Inter però riesce a ripartire, nonostante oggi Lautaro sia impreciso nei controlli. L'Inter passa in vantaggio a fine primo tempo con un preciso destro di Calhanoglu, che già all'inizio aveva impegnato Ter Stegen da fuori. Nella ripresa, Inter in controllo inizialmente. Dembelè poi prende il palo. Entra Dzeko per Correa. Annullato un gol al Barcellona per tocco di mano. Fuori Darmian, De Vrij, oggi impeccabile, e Dimarco, dentro Dumfries, Acerbi e Gosens. Esce anche Calhanoglu per Asllani. Il Barcellona attacca, ma alla fine riesce a tirare in porta due volte in tutta la partita. Tanto possesso palla sterilizzato da una difesa nerazzurra del vantaggio di meraviglioso sapore herreriano o berselliniano, trapattoniano o mourinhano. Interismo puro e scintillante. E vincente. Partita enorme di Barella. Gli va riconosciuto dopo tante critiche. Oggi tutti hanno remato dalla stessa parte. E spesso fino all'ultima stilla di energia. Bravi tutti. Bravo anche Inzaghi. Che ha indovinato il centrocampo e i cambi.

sabato 14 giugno 2014

Buffon salta l'Inghilterra? Meglio

Buffon salta l'Inghilterra? Secondo me, sì. Ove davvero avesse riportato la distorsione alla caviglia sinistra di cui si parla e straparla nelle ultime ore, schierarlo sarebbe un rischio atletico ed un errore strategico. Peraltro, non è che Buffon mi sembri in grande forma. Ha fatto il suo tempo. Stesso discorso per Pirlo, destinato a fare la fine di Xavi ieri sera. E basta!

mercoledì 11 giugno 2014

Storia dei mondiali di calcio: 20^ puntata (2010, in Sudafrica trionfa la Spagna)

Innumerevoli successi con le squadre di club. Nessuno con la nazionale, tolto l'Europeo del 1964. Fino al 2008, quando, eliminata l'Italia di Donadoni ai quarti dal dischetto, la Spagna rivince il titolo europeo, acquista sicurezza, conta su una generazione irripetibile di campioni, su un centrocampo stellare e trionfa ai mondiali del 2010 in Sudafrica. Dove l'Italia con un Lippi di ritorno rimedia schiaffi e pernacchie uscendo al primo turno. Imbarazzante. Lippi lascia a casa Totti, Cassano e Balotelli. Quando si dice la lungimiranza. A casa! Molti pensano che possa essere il mondiale di Messi, che però non è Maradona, che a quei mondiali guida l'Argentina. La Germania travolge la rappresentativa Albiceleste 4-0. I tedeschi, innervati dal talento del giovane Muller, che, con Podolski ed Ozil, agisce alle spalle del centravanti Klose, si fermano in semifinale, come l'Uruguay del fortunatissimo Tabarez. La finale è Spagna contro Olanda. Gli olandesi sperano di vincere quel titolo sfuggito per un soffio nel 1974 e nel 1978. E ci vanno ancora vicinissimi. Ma, Robben, che forma un trio delle meraviglie con Sneijder e Van der Vaart, sbaglia due gol clamorosi davanti a Casillas. Ai supplementari, il fantastico centrocampo spagnolo formato da assi come Xavi, Iniesta e Xabi Alonso prende il sopravvento. E' un gol di Iniesta a decidere la vittoria del mondiale per la Spagna, mai andata prima oltre il quarto posto del 1950. Prima la Spagna, seconda l'Olanda, terza la Germania, quarto l'Uruguay. Capocannonieri Thomas Muller, autore di cinque gol, come Forlan, Sneijder e Villa. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata7^ puntata8^ puntata9^ puntata10^ puntata11^ puntata12^ puntata13^ puntata14^ puntata15^ puntata16^ puntata17^ puntata18^ puntata, 19^ puntata)

martedì 2 aprile 2013

Bayern - Juve: 2-0. Qualificazione compromessa per i bianconeri. Sussulto di Ibra contro il Barca

Fuori dall'Italia, è la solita, piccola Juve. I bianconeri escono sconfitti, ed era prevedibile, e ridimensionati dallo stadio olimpico di Monaco di Baviera. Vince il Bayern per 2-0. Al ritorno, sarà necessaria un'impresa per ribaltare il risultato. Ma, Conte non faceva la differenza? Nell'altro quarto di finale in programma oggi, il Psg pareggia 2-2 contro il Barca. Al gol iniziale di Messi, replica Ibra, per la prima volta a segno dopo gli ottavi in Champions, poi Xavi su rigore e pareggio francese in extremis. Il Barca è favorito, ma il Psg se la giocherà fino alla fine al Camp Nou.

mercoledì 10 ottobre 2012

I dieci migliori (centro)mediani della storia

Poiché si tratta di mettere assieme la migliore formazione possibile della storia del calcio, i ruoli hanno la loro importanza. E non sono soltanto undici. Nella mia squadra, a vocazione più offensiva, il mediano non è il corridore incontrista, ma, piuttosto il centromediano metodista, oggi si direbbe regista basso od arretrato. Sicché, insomma, ho scritto nel titolo (centro)mediani propriamente perché voglio scegliere quei giocatori che abbiano curato la regia della squadra. Nel metodo, il regista arretrato era appunto il centromediano. Segue la classifica, che contiene qualche forzatura, nel senso che Suarez e Matthaus, ad esempio, sono giocatori assai diversi, ma tutti e due sono stati facitori di gioco, mezzala di regia il primo, centrocampista d'assalto il secondo, ma all'Inter il gioco passava dai suoi piedi. Alla fine, il denominatore comune è il comando del gioco. Il resto è opinabile. Cosa ne pensate?
*Aggiornamento del 22 febbraio 2022: estendo la classifica ai primi trentacinque.
1. Suarez Miramontes
2. Falcao (Brasile)
3. Xavi
4. Andrade (Uruguay)
5. Matthaus
6. Billy Wright
7. Obdulio Varela
8. Clodoaldo
9. Rijkard
10. Modric
11. Luisito Monti
12. Bozsik
13. Vieira
14. Liedholm
15. Ardiles
16. Van Hanegem
17. Dunga
18. Pirlo
19. Duncan Edwards
20. Redondo
21. Xabi Alonso
22. Mario Coluna (Benfica)
23. Veron
24. Kroos
24. Roy Keane
25. Schweinsteiger
26. Emerson
27. Bulgarelli
28. Gerrie Muhren
29. Guti
30. Giannini
31. Ocwirk
32. Van Bommel
33. Fernandez
34. Cambiasso
35. Effenberg
36. Mascherano




mercoledì 27 giugno 2012

Euro 2012: Spagna in finale, Portogallo battuto ai rigori

Derby iberico nella prima semifinale di Euro 2012, partita equilibrata, le gambe di Xavi hanno smesso di girare e la Spagna fatica a trovare la via della rete. Il tempo è passato anche per il formidabile metronomo del Barca. In tutta la gara, un'occasione per parte, Cristiano Ronaldo per il Portogallo, sinistro alto, ed Iniesta per la Spagna, da due passi, con intervento prodigioso di Rui Patricio. Del Bosque sbaglia a lasciare Torres in panchina, le furie rosse non vedono la porta. Supplementari, reti ancora inviolate, si va ai rigori. Rigore decisivo di Fabregas, gol, vince la Spagna, che vola in finale, dopo la vittoria ad Euro 2008 e quella ai mondiali del 2010. Eguagliata la Germania Ovest tra il 1972 ed il 1976. Il successo spagnolo in finale andrebbe anche oltre quella Germania, che perse gli Europei del 1976 ad opera della Cecoslovacchia.

giovedì 8 marzo 2012

Maradona è più forte di Messi. Messi è meno forte di Maradona

Cinquina o non cinquina, che poi il Bayer Leverkusen non è il Real di Di Stefano, sebbene qualcuno sembri averlo dimenticato, Messi non è Maradona. Eppure tutti stanno lì a somministrare sondaggi, che, manco a dirlo, dopo la pretesa impresa di ieri sera, cominciano a premiare Messi. Non ho visto un solo gol difficile tra i suoi di ieri. Ha tirato bene, e persino di destro, ma sempre marcato con molta cortesia, altro che i calcioni rifilati a Maradona durante tutta la carriera. Lionello Messi, in due Mondiali, ha segnato un miserrimo gol, non decisivo, e tanto basti. Maradona rendeva sublimi le squadre in cui giocava, Messi è reso sublime dal Barcellona. Sempre che qualcuno non ritenga che Fusi, Alemao e Crippa valgano Xavi, Iniesta e Fabregas, o che De Napoli valga Busquets. Messi, per conto mio, è e rimarrà lontanissimo da Maradona. E' il migliore di questi tempi Messi. Ma, Maradona è il migliore di ogni tempo. Per il futuro, nemmeno troppo remoto, poi, Messi dovrà guardarsi da Neymar, che segna gol meravigliosi come questi in Coppa Libertadores.

mercoledì 15 febbraio 2012

Guardiola non verrà all'Inter

Le indiscrezioni che vorrebbero Guardiola all'Inter a partire dalla prossima stagione mi sembrano destituite di fondamento. Il tecnico dei blaugrana non è un demiurgo. Ha allenato, fino ad oggi, campioni provati, esperti di un gioco che nel Barcellona si pratica, senza interruzioni, da almeno quattro lustri. Un gioco che non può prescindere da eccellenti palleggiatori, quali sono Xavi, Iniesta, Fabregas, ma anche Busquets, Dani Alves, Thiago Alcantara. All'Inter, oggi, partito Motta, e tolto Sneijder, nessuno ha i requisiti tecnici minimi per poter riproporre quel gioco arioso e fitto che soltanto il Barcellona sa esprimere. In altri termini, senza massicci investimenti, escludo che Guardiola potrebbe accettare di allenare una squadra come l'Inter attuale, costituzionalmente incapace di esercitare un costante possesso del pallone. Troppi incontristi e troppo vecchi nel centrocampo dell'Inter. Senza dimenticare che al Barca c'è Messi, che è esaltato dal gioco del Barca, ma che al tempo stesso lo esalta con le sue accelerazioni, come, in qualche modo, faceva Cruijff nell'Ajax. Sicché, ripeto, escludo che Guardiola venga all'Inter. Tolto il caso che Moratti decida di mettergli a disposizione 100 milioni di euro per una rifondazione tecnica del gruppo. E chi ci crede?

venerdì 20 gennaio 2012

Come si batte il Barcellona?

Esercizio di fantasia calcistica: come si batte il Barcellona? Si può battere questo Barcellona? Si può, perché qualche volta perde, soprattutto in campionato, magari da avversari assai meno blasonati. Ma, sono rarissimi incidenti di percorso. Di solito, un paio a stagione. Nelle partite decisive, invece, i blaugrana vincono sempre. Persero con l'Inter di Mourinho nell'andata delle semifinali di Champions del 2010 e con il Real Madrid, sempre di Mourinho, nella finale di Coppa del Re del 2011. Per il resto, da quando c'è Guardiola al timone della nave Barca, soltanto vittorie nelle sfide decisive. Vorrà pur dire qualcosa. Che il Barca è la squadra più forte di sempre non lo so, certamente che il Barca è la squadra più forte di quest'epoca. Sicché, per tornare alla domanda iniziale, come si batte questo Barca? 1. Metodo Mourinho: pressing altissimo, ricordate Eto'o e Pandev?, squadra cortissima, ripartenze improvvise, concentrazione assoluta. Due volte ha funzionato, ma ultimamente ha fatto cilecca, perché qualche distrazione nella partita capita, perché il metodo in commento richiede la migliore condizione atletica di tutti i giocatori, e non sempre c'è. 2. Metodo Zeman: squadra sempre corta, ma, anche fuorigioco ricercato con spavalderia e sistematicità, tattica rischiosissima, perché c'è il pericolo d'imbarcare un mare di reti. 3. Metodo  alla viva il parroco: lasciare l'inziativa al Barca, che tanto se la prenderebbe comunque, aspettare ai limiti della propria area, intasando gli spazi centrali, quelli cari a Xavi, Fabregas ed Iniesta, un centravanti possente in avanti, da cercare con lanci lunghi alla prima palla recuperata, pronto ad aspettare che i compagni salgano e, poi, tiro dalla distanza. Contro il Barca bisognerebbe calciare da 25, 30 metri. E calciare bene. Funzionerebbe? Non lo so, ma, tentar non nuoce ed è sempre meglio di aspettare che questa fantastica generazione del Barca invecchi.

martedì 10 gennaio 2012

Messi: terzo pallone d'oro consecutivo

Premio meritato, come due anni fa. Lo scorso anno, invece, prevalse la poca competenza con la quale è generalmente seguito uno sport popolarissimo come il calcio. Insomma, Messi è stato il migliore nel 2009, non nel 2010, ma ha vinto comunque il pallone d'oro anche nel 2010, come nel 2011. Anno, quest'ultimo, nel quale ha segnato oltre 50 gol con il Barca: numeri imbarazzanti e spiazzanti, sebbene non diversi da quelli fatti registrare da Cristiano Ronaldo, giunto secondo, davanti a Xavi, il giocatore che io avrei premiato. Certamente lo scorso anno, a titolo di risarcimento quest'anno. Messi eguaglia, con tre successi consecutivi, Platini, superbo regista offensivo, che, tuttavia, non fosse stato francese, non  li avrebbe vinti: tutti e tre, intendo dire. Peraltro, ai tempi di Re Michel, il premio era riservato ai calciatori europei, sicché il migliore dell'epoca, e di ogni epoca, Maradona, non poteva nemmeno essere candidato alla vittoria. In conclusione, il pallone d'oro del 2011 va a Messi. E va bene. Penso però che abbia fatto più il Barca fantasmagorico di Guardiola per Messi, che non Messi per il detto Barca. Poi, cambia poco. Resta tutto nella famiglia blaugrana.

lunedì 19 dicembre 2011

Troppo Barca per il Santos: i blaugrana vincono 4-0

Barca batte Santos 4-0. Mi aspettavo assai di più da Neymar. E da tutto il Santos, a dire il vero. Evidentemente, contro questo Barcellona c'è poco da fare. Doppietta del solito Messi, grande prova del giovane Thiago Alcantara, ennesima scoperta della cantera del Barca, formidabile Xavi, architetto dinamico del gioco blaugrana. Il valore aggiunto, in questa stagione, però, è quello espresso da Fabregas. Avrebbe fatto la fortuna di qualsiasi squadra. Dal Real Madrid alle italiane. E' finito con i più forti, a Barcellona. Dov'è finito anche il Mondiale per club del 2011.

lunedì 12 dicembre 2011

Xavi da pallone d'oro 2011

Ha stravinto il sondaggio, Xavi, regista del Barcellona più forte di sempre. Insomma, per i lettori di tribuna sportiva il pallone d'oro dovrebbe essere assegnato a lui, piuttosto che a Messi, favorito, od a Cristiano Ronaldo, uscito peraltro ridimensionato dal Clasico di sabato scorso. La penso allo stesso modo. In altri termini, il Barca è formidabile per tante ragioni, e Messi ne è la stella più appariscente. Ma, tutto il gioco passa da Xavi, che ispira e corre, contrasta e tira, comanda il corso del gioco a piacimento. Per me, è più decisivo di Messi. Sicché, insomma, il pallone d'oro del 2011 lo darei a Xavi. Anche se lo vincerà, ancora una volta, Messi.

domenica 11 dicembre 2011

Il Barca batte ancora il Real Madrid: scacco a Mourinho

La trovata, ripetuta, di Mourinho di disertare la conferenza stampa della vigilia, non ha aiutato il Real Madrid a vincere il derby di Spagna, finito ancora al Barcellona di Guardiola, senza dubbio, ormai, una delle migliori squadre di ogni tempo. Il vantaggio precoce, ma fortunoso, di Benzema ha illuso i blancos, rimontati da Sanchez, servito da Messi, da Xavi, con tiro deviato, e da Fabregas, il giocatore che avrebbe potuto cambiare l'esito di questa sfida infinita. Se, in estate, fosse finito al Real. Invece, si è aggiunto agli assi del Barcellona, portando in dote tecnica, corsa, visione del gioco e senso del gol. E, più di tutto, straripante personalità, quella che l'aveva promosso ventenne capitano dell'Arsenal. Ecco, il punto è questo, il Barcellona non solo è fortissimo, ma, non smette, anno dopo anno, di voler diventare più forte. E cerca il meglio in giro. E lo trova. Mourinho è costretto a masticare amaro. Il Real Madrid, magari, vincerà la Liga, ma nelle sfide dirette, i blaugrana sono ancora superiori: questo 1-3 non si può intepretare altrimenti.

giovedì 24 novembre 2011

Troppo Barca per il Milan

Partita mai davvero in equilibrio, nel senso che il Barcellona ha trasmesso la continua sensazione di poter vincere in ogni momento la partita, anche dopo il pareggio di Ibra, liberato da un sontuoso tocco d'esterno di Seedorf, anche dopo il gol incredibile di Boateng, marcato tuttavia con troppa cortesia. Il gol della vittoria di Xavi, mai così impreciso come ieri, servito da Messi, ha dimostrato quanto sia facile per il Barcellona di Guardiola la via della rete. Tolto il Real Madrid di Mourinho, non vedo chi possa contrastare i blaugrana in Champions. Dalla quale rischia di uscire prematuramente il Chelsea, sconfitto in Germania, di un Villas Boas sempre più spaesato, vittima degli affrettati elogi, di chi lo pretendeva già all'altezza di Mourinho.