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venerdì 14 luglio 2017

Aru e lo sciovinismo di Francia

Dal 1985, ultimo successo francese al Tour de France, colto allora dal sommo Bernard Hinault, oltralpe si mastica amaro piuttosto che no. Pensavano, i francesi, di tornare immediatamente alla vittoria. Sfiorata proprio da Hinault, dietro Greg Lemond, l'anno dopo. Poi, l'asso bretone si ritirò. Si illusero di averne trovato l'erede in Jean Francois Bernard oppure in Mottet, terzo e quarto nel 1987. Bernard aveva le stimmate del fuoriclasse, ma si perse per strada. E si ritrovò, qualche anno dopo, a scortare Indurain lungo le salite del Tour. Mottet fu di nuovo quarto nel 1991. Nel mezzo, il secondo posto, per soli 8", del professor Fignon, anno di grazia 1989, beffato nella crono finale sui Campi Elisi da Lemond. Poi, i francesi sperarono in Jalabert, che vinse una Vuelta, ma fu solo quarto al Tour, in Leblanc, quinto, di più in Virenque, collezionista di maglie a pois, secondo e terzo ma mai primo. Voeckler, il più antico dei ciclisti moderni, avrebbe forse potuto vincere nel 2011. Ma, finì quarto. Fino a quando si affacciarono alla ribalta Thibaut Pinot e Romain Bardet. Classe 1990. Talento evidente. Più quello di Pinot, a parer mio, sebbene Bardet abbia più personalità e maggior resistenza alla pressione ed alle aspettative che, in Francia, sono divenute altissime. Bardet, secondo lo scorso anno, può vincere questo Tour de France 2017. I francesi gli hanno disegnato un percorso su misura. Froome è in difficoltà. Ed Aru che fa, si prende la maglia gialla? Lo sciovinismo transalpino lo ignora. Perché l'attesa dura da 32 anni e Bardet può farcela davvero. Epperò Aru meriterebbe maggior considerazione. La cronaca ha le sue regole. Detto questo, penso anch'io che vincerà Bardet. 

lunedì 4 luglio 2016

Ad Angers bis di Cavendish, 28 vittorie al Tour come Hinault. Greipel secondo

Lunga fuga animata da Fonseca e dal solito, infaticabile Voeckler, uno degli ultimi interpreti di un ciclismo antico, fatto di audacia e di azzardo, nella terza tappa del Tour de France 2016, da Granville ad Angers, in mezzo agli scenari da favola dei castelli e dei boschi della Loira. Il gruppo cerca la seconda volata, ma Fonseca e Voeckler, che punta al quinto successo al Tour, insistono nel loro attacco. A poco più di 8 km dall'arrivo, i due vengono ripresi. Voeckler, c'è da scommetterci, ci riproverà. Lotta serrata per le prime posizioni del gruppo, dove s'intravede anche la maglia gialla di Sagan. Volata serrata tra Cavendish e Greipel, che esulta. Ma è Cavendish a vincere, grazie al grande colpo di reni documentato dal fotofinish. Curiosità statistica: Cavendish è anche il plurivittorioso tra i corridori in attività, con 140 vittorie da professionista, seguito proprio da Greipel, fermo a 138.

mercoledì 18 luglio 2012

Tour de France 2012: a Bagneres de Luchon trionfa Voeckler. Attacco di Nibali, ma Wiggins e Froome lo controllano. Crollo di Evans

Pirenei, Alta Garonna, si arriva a Bagneres de Luchon, tra le più celebri stazioni termali di Francia: acqua buona per le vie respiratorie. Oggi fa molto calde sulle strade del Tour de France, edizione 2012. I corridori salgono a fatica, magliette aperte e sguardo perso. Voeckler in fuga: l'alsaziano è da anni un eroe nazionale, tra gli ultimi capaci di interpretare il ciclismo alla maniera di una volta. Coraggioso ai limiti della temerarietà. Vince a braccia levate in mezzo alla folla osannante, dopo avere domato montagne mitiche come il Tourmalet ed il Peyrisourde, tanto che domani correrà con la maglia pois, che indica il miglior scalatore del gruppo. Per la cronaca, a Bagneres de Luchon, Voeckler aveva già vinto dopo una grandissima azione nel 2010. Dietro il gruppo maglia gialla è tirato dal solito Froome, Evans non ce la fa: il vincitore dello scorso anno dovrà dire definitivamente addio al podio. Un crollo paragonabile a quello patito da Indurain al Tour del 1996. Nibali, scortato da Basso, pare pimpante. Tanto che Nibali attacca a poche centinaia di metri dall'ultimo gran premio della montagna per giocarsi tutte le sue carte nella discesa finale. E' Wiggins in persona a reagire. Sono le prime autentiche emozioni di un Tour sino ad ora sonnacchioso. E, tuttavia, Nibali avrebbe dovuto partire prima, anche a costo di saltare e di perdere il podio. Alla fine, Nibali, Wiggins e Froome arrivano assieme.

lunedì 16 luglio 2012

Tour de France 2012: a Pau trionfa Fedrigo, secondo Vandevelde, terzo Voeckler

Dopo l'incredibile tappa di ieri, disseminata di chiodi, un avvenimento senza precedenti negli ultimi 30 anni, per stare alla memoria ciclistica di chi scrive, oggi il Tour de France 2012 fa tappa a Pau, Aquitania, Pirenei Atlantici, prima dell'ultimo giorno di riposo, previsto per domani. Fuga doveva essere, fuga è stata, con il gruppo, a tirare il fiato, che proceden ad andatura cicloturistica e Wiggins, maglia gialla e vincitore designato da mesi, che si può permettere l'attesa cavalleresca del rivale Evans. I sei fuggitivi si approssimano al traguardo di Pau, forti di oltre dieci minuti sul plotone. Si avvantaggiano Fedrigo e Vandevelde. Vince, da pronostico, il più veloce Fedrigo. Ancora un francese. Terzo, il generosissimo Voeckler. Tour noiosissimo, poco coraggio da parte degli avversari di Wiggins, aspettando, lo stanno portando in carrozza a Parigi.

mercoledì 11 luglio 2012

Tour de France 2012: Voeckler trionfa a Bellegarde sur Varserine

Ha vinto Voeckler sul traguardo di Bellegarde sur Varserine, precedendo un generoso Scarponi, costantemente all'attacco durante tutta la decima tappa del Tour de France, edizione 2012. Salita, sì, ma non abbastanza da scuotere la testa della classifica generale. Tanto che Nibali ha dovuto cercare l'affondo in discesa, senza trovare la collaborazione di un prudente Cadel Evans. Wiggins, manco a dirlo, ha conservato la maglia gialla, che difficilmente perderà da qui a Parigi. Saranno contenti i francesi, almeno, per il successo di Voeckler, al terzo sigillo in carriera al Tour, già collezionista di maglie gialle e finito ai piedi del podio lo scorso anno. Quanto a coraggio e fantasia, Voeckler ha pochi rivali nel ciclismo contemporaneo. Ma, coraggio e fantasia non bastano.