Elenco blog personale

Visualizzazione post con etichetta Suning. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Suning. Mostra tutti i post

venerdì 17 febbraio 2023

Nuova proprietà per l'Inter?

Si vocifera di una nuova proprietà (americana?) dell'Inter, che porrebbe fine all'era Zhang. Niente di ufficiale e, a pensarci bene, nemmeno di ufficioso. Per molti tifosi nerazzurri, semmai, un auspicio. Perché l'Inter ha molti debiti e da qualche anno, sebbene si vincano dei titoli, sembra sempre nelle condizioni di dover rinunciare a qualche suo campione, per conservare in ordine conti sofferenti. Insomma, da un punto di vista finanziario, una navigazione a vista. Vediamo cosa succede. 

giovedì 4 febbraio 2021

Chi comprerà l'Inter? Moratti III?

Le questioni societarie, da sempre, mi appassionano poco. Però, prendo atto che la vicenda di Suning alla guida dell'Inter è al capolinea. Esiste un mandato a vendere. Ci sono delle offerte, reali, supposte o futuribili. Si rincorrono ipotesi, retroscena e congetture. Fatto sta che, di qui a qualche mese, la proprietà dell'Inter sarà diversa. Qualcuno si spinge persino a sognare una terza era Moratti, dopo quella di Angelo (1955-1968) e Massimo (1995-2013). Ma, mi pare difficile. Io sarei a favore di un azionariato diffuso. Più sul modello Bayern Monaco che sul modello Barcellona. L'Inter ha quasi quattro milioni di tifosi, solo in Italia. Tutti, o quasi tutti, praticanti, vale a dire davvero interessati alle sorti della squadra. Sarebbe un progetto arduo, forse troppo ambizioso, ma, allo stesso tempo sarebbe una soluzione da non scartare. Non subito, almeno. Il calcio sta mutando pelle. Le spese pazze degli ultimi due decenni non saranno più possibili. Si renderà necessario un ridimensionamento. Ecco, dentro questo contesto mutato, potrebbe esserci spazio per un modello proprietario nuovo. Nuovo per l'Italia. E per l'Inter.

mercoledì 4 novembre 2020

L'Inter dovrebbe esonerare Conte

Premetto la mia antipatia per Antonio Conte e la sua lunga militanza bianconera, che ho sempre considerato un serio ostacolo all'arrivo prima e alla permanenza poi sulla panchina dell'Inter. Premetto anche la mia antipatia verso il calcio troppo manovrato, fraseggiato dal basso, i retropassaggi al portiere, un'infinità di tempo per progredire sul campo di 20 metri. Una specie di guardiolismo, ma senza Messi e senza Xavi e senza Iniesta. Perché preferisco il calcio più immediato, quello verticale, sì, anche con i lanci lunghi, perché il problema è saperli eseguire. E il fraseggio breve  è il rifugio della modestia tecnica. E preferisco il calcio senza fronzoli. Hakimi ieri sera ha fatto un retropassaggio figlio di questa cultura collettivista, quasi sovietica e al tempo stesso radical chic del calcio contemporaneo. Quel pallone andava o difeso o buttato fuori, senza tanti fronzoli né orpelli. Invece no, non buttare il pallone. Regalarlo magari agli avversari ma non buttarlo. Oltre l'autolesionismo. Premesso tutto questo, il problema è Conte. Problema di non agile soluzione. Il rapporto con la società si era già incrinato ad agosto ed è proseguito, nell'insoddisfazione generale, solo perché Conte avrebbe desiderato l'esonero e Suning le dimissioni: in ballo i 12 (o giù di lì) milioni di ingaggio netti del tecnico leccese. 

Conte non sa leggere le partite, ricava pochissimo dai cambi - ieri Zidane con i cambi ha vinto la partita -, pratica un solo tipo di calcio, conosce un solo schieramento, il 3-5-2 alla cui ortodossia nemmeno pensa di poter derogare. L'Inter ha già perso 7 punti in serie A e altrettanti in Champions, dove occupa un mestissimo ultimo posto nel Girone B. Il rendimento dell'Inter, negli scontri diretti e nelle partite solenni della scorsa come di questa stagione, è stato pessimo. Conte non ha soluzioni e, ultimamente, si è messo a parlare di progetto, di crescita programmata. La difesa fa acqua da tutte le parti: 15 gol subiti in 9 gare stagionali. Eppure Conte non ne parla, non assume una responsabilità al riguardo. Il problema era evidente già alla fine della passata stagione, quando l'Inter perse la possibilità di vincere lo scudetto prendendo gol evitabilissimi contro Sassuolo, Verona e via di seguito. Non è stato risolto ed anzi si è aggravato.  

Andrebbe esonerato, Conte. Perché l'Inter avrebbe ancora la possibilità di una buona stagione e di tornare a vincere un trofeo. Senza Conte, però. O, per lo meno, senza questo Conte, ostinatamente in difesa delle sue convinzioni, sbugiardate dal campo. La qualità della rosa nerazzurra, al netto di un paio di lacune, permetterebbe un'inversione di rotta. Persino con Conte in panchina. Conte è disponibile a cambiare registro? A rivedere tante sue posizioni che somigliano a petizioni di principio? Io credo di no. E, perciò, ritengo necessario il suo esonero. Stiamo a vedere cosa succede. 

sabato 3 agosto 2019

Inter: l'immobilismo di Suning

Nihil est absconditum quod non revelabitur. Volevano finanziare la campagna acquisti cedendo il cartellino di Icardi. Che però non si è mosso e non si muoverà. Pensavo questo mesi addietro, oggi non posso che pensare altrettanto. L'immobilismo di Suning. Allo stato: 1. Icardi è fuori rosa; 2. Nainggolan è andato in prestito gratuito al Cagliari; 3; Miranda gratis in Cina; 4. Lukaku non è arrivato e l'Inter gioca davanti con Longo. Che errore aver ingaggiato Marotta.

lunedì 22 luglio 2019

Conte, Marotta e Suning. E l'Inter

Godin, Lazaro, Sensi e Barella. Mercato da terzo, quarto posto, siamo sempre lì. Conte, che mai avrei ingaggiato, si dice insoddisfatto, perché non arriva Lukaku, ottimo centravanti, a mio parere, ma, tra quelli del 1993 più forti, è terzo dopo Harry Kane, ieri autore di un gol favoloso contro la Juve in amichevole, e lo stesso Icardi. Il problema è che Icardi l'Inter ce l'ha già e vuol darlo via. Rinforzerebbe sia il Napoli che la Juve. Il cartellino di Lukaku costa uno sproposito: 83 milioni di euro! Con 100, si sarebbe potuto prendere Hazard, uno che invece avrebbe fatto sul serio la differenza. Eppure Marotta seguita ad avere un mucchio di sostenitori. Mentre Suning pare voglia ingaggiare Bale, in uscita dal Real Madrid, ma non per l'Inter. Per la sua squadra cinese. Povera Inter!

venerdì 17 maggio 2019

Mai Icardi alla Juve!!! L'Inter batta un colpo

Mi pare, francamente, che basti il titolo. Tanto dovrebbe dichiarare, ufficialmente, l'Inter. Oggi. Per tacitare ogni speculazione giornalistica. Poi, Icardi può restare anche in tribuna fino al 2021. Giocare, se garantisse il massimo impegno e il massimo rendimento. Oppure andar via, con non meno di 80 milioni di euro per il suo cartellino. E mai alla Juve! Non è difficile. Aspettiamo notizie da Marotta e da Suning. Non si può permettere alla Juve di continuare nella politica di razzia dei migliori talenti avversari, che ne ha fatto la fortuna negli ultimi anni: Pjanic dalla Roma, Higuain dal Napoli. Ora, vorrebbero Icardi dall'Inter. No. L'Inter risponda come Pio VII alla richiesta napoleonica di cedere i territori dello Stato Pontificio: "non debemus, non possumus, non volumus".

martedì 2 aprile 2019

Genoa-Inter: convocato Icardi. Retromarcia di Spalletti

Dichiarazioni assai più concilianti, quelle di Spalletti nella conferenza stampa di presentazione di Genoa-Inter. Abbandonati i toni profetici, Spalletti ha detto che, sì, la società ha ben operato, che Icardi ora potrà tornare utile alla squadra, che sarà convocato e che, probabilmente, giocherà titolare. Dopo oltre un mese di polemiche evitabili e l'eliminazione dall'Europa League! C'è da pensare che Marotta e Suning abbiano consigliato il tecnico toscano. L'avessero fatto prima, l'Inter avrebbe più punti in campionato e sarebbe ai quarti di Europa League.

giovedì 28 febbraio 2019

La strategia di Marotta su Icardi

Centravanti efficacissimo in area, soprattutto faccia alla porta, Icardi ha segnato 122 gol con l'Inter in cinque stagioni e mezzo. Eppure è ai margini del progetto tecnico, ha perduto la fascia di capitano e il sostegno della maggioranza dei tifosi. L'aneddotica, sul punto, fiorisce ogni giorno. Cos'è successo davvero? Avanzo un'ipotesi articolata in 3 punti: 1. Suning non ama molto spendere: il cartellino di Icardi ha mercato, l'Inter potrebbe ricavare dalla sua cessione una cospicua plusvalenza, liberandosi di un ricco ingaggio, che il giocatore vorrebbe anche aumentato; 2. tecnicamente, Spalletti, e di più Marotta, pensa che Icardi non aiuti la squadra a giocar bene e ritiene di poterla migliorare con un attaccante più manovriero e con altri giocatori che potrebbero arrivare, grazie alle risorse liberate dalla partenza di Icardi; 3. il centravanti argentino non va d'accordo con alcuni compagni di squadra. In ordine decrescente d'importanza, io spiego così la vicenda Icardi. La società, soprattutto, vuole liberarsene. E  non potrebbe farlo, 122 gol li ha segnati!, senza il consenso dei tifosi. Che, ora, ha ottenuto. La degradazione a soldato di truppa, provvedimento mai visto in tanti anni che seguo il calcio, ha raggiunto lo scopo. I tifosi hanno mollato Icardi. Credo che sia andata così. Poi, però, Icardi andrà sostituito, la squadra rinforzata. Sarà un'Inter più forte? Il tempo dirà se la strategia di Marotta sarà stata quella giusta. A me, oggi, pare di no.

venerdì 4 gennaio 2019

L'Inter ha bisogno di fuoriclasse e gioco verticale

Meno gioco orizzontale, la distanza più breve fra due punti rimane la linea retta, e, soprattutto, più fuoriclasse, più risolutori, più calciatori capaci di giocate decisive. L'Inter, per compiere il definitivo salto di qualità, e tornare ai fasti degli anni zero, avrebbe bisogno di questo. Il gioco, ma non so quanto Spalletti possa fare al riguardo, si può cambiare, almeno un poco, cercando con maggiore insistenza la verticalizzazioni. Ai fuoriclasse, invece, che latitano nella rosa attuale, dovrebbe pensare la proprietà di Suning. Da quanto tempo, tanto per fare un esempio, l'Inter non segna su calcio di punizione? 

venerdì 14 dicembre 2018

Marotta all'Inter: un errore di Suning

Sette anni alla Juve, in una Juve che rivendica scudetti revocati, non si cancellano con dichiarazioni di circostanza, come quelle rilasciate da Marotta a margine della sua presentazione come nuovo amministratore delegato dell'Inter. Altri dirigenti avrebbe potuto, e dovuto, assumere Suning. Non Marotta, che, nella sua lunga carriera, ha avuto grandi intuizioni e preso abbagli altrettanto consistenti. E il problema nemmeno è questo. E' che all'Inter, gli ex bianconeri, i tifosi non li vogliono. Specialmente gli ex di quest'ultima Juve. E, tradizionalmente, all'Inter, con l'eccezione di Trapattoni, non funzionano: da Anastasi a Tardelli, da De Agostini a Schillaci, da Paulo Sousa a Davids a Lippi. Marotta all'Inter è un errore.

mercoledì 28 marzo 2018

Le dimissioni di Sabatini. Basta con Suning

Nessun progetto. Nessuna passione sportiva. Nessuna competenza specifica. Disinteresse, superficialità, lontananza, non soltanto geografica. Suning deve lasciare l'Inter. Meglio l'azionariato popolare. Il piccolo cabotaggio agonistico. Un ridimensionamento delle ambizioni, persino. Piuttosto di proclami vaporosi, slogan da carosello e ballon d'essai. Le dimissioni di Sabatini, e dicendolo vorrei tanto sbagliarmi, certificano la fine dell'esperienza cinese alla guida dell'Inter. L'Inter torni agli interisti. La Cina non è vicina.

lunedì 19 febbraio 2018

Inter: le ragioni di una lunga crisi (in 5 punti)

Nove punti in dieci giornate sarebbero costati la panchina a qualunque altro allenatore. Spalletti resta in sella per i risultati delle prime quindici partite di serie A, per la mancanza di alternative e per il ricco contratto che lo lega all'Inter. Epperò, qualche colpa ce l'ha. Una crisi, questa dell'Inter, davvero preoccupante. Andiamo con ordine:

  1. Nelle prime 15 giornate, Icardi ha segnato 16 gol, Perisic sette. Impensabile che potessero continuare a quei ritmi. Eppure Spalletti non ha immaginato contromisure ad un loro prevedibile calo di rendimento. 
  2. L'Inter aveva giocato sempre al 100% delle proprie possibilità, raccogliendo, qui e là, anche la mano della buona sorte. Impensabile poter tenere sempre così alta la tensione nervosa, impensabile che continuasse l'assistenza della fortuna. Spalletti avrebbe dovuto lavorare di più sulle soluzioni offensive. Invece un solo schema: cross dalle fasce. Gli avversari l'hanno capito.
  3. A gennaio, sarebbe stato necessario intervenire. Con un centrocampista capace d'inserirsi e di segnare, per esempio Ramires, e con un trequartista capace di accendere la luce sulla trequarti. Anche contro il Genoa, l'Inter ha tenuto il pallone più degli avversari. Ma, arrivata negli ultimi 30 metri, non sapeva che fare. Quanto sarebbe servito Pastore, specialmente ora che non c'è Perisic a saltare l'uomo, che Candreva è sparito, che Borja Valero, ma non è più una novità, cammina. E qui ci sono le colpe di Suning. 
  4. Nelle ultime dieci partite, l'Inter ha segnato la miseria di 7 gol. Due Icardi, nessuno Perisic (cfr. punto 1). Candreva ha avuto un tracollo. Per di più la difesa ha cominciato a subire quello che priva evitava. Sarebbe stato saggio virare su un 4-4-2, in nome del vecchio motto di Sir Chapman: safety first. Spalletti non l'ha fatto. Insistendo con un 4-2-3-1, per il quale mancano gli interpreti e che la squadra non regge. Ora, la difesa sta subendo un gol a partita.
  5. Poi, ci sono i nodi irrisolti. A sinistra, Spalletti aveva scelto, e bene, Santon. E' bastata la partita sfortunata contro l'Udinese, per mettere tutto in discussione. Eppure la crisi era iniziata contro il Pordenone. E Santon non aveva giocato. Le altre tre sconfitte, Sassuolo, Milan in Coppa Italia e Genoa, hanno visto Santon in panchina. Hanno giocato Nagatomo, finalmente andato via, Dalbert, Cancelo e D'Ambrosio a sinistra. Tutti male, alcuni malissimo. Handanovic, per me da sempre non da Inter, da sempre trafitto da gol evitabili, al netto di qualche parata più spettacolare che difficile, ha sulla coscienza diversi punti persi, diversi gol presi. Compreso quello di El Shaarawi contro la Roma. Sono anni che va così. Come D'Ambrosio, la cui cifra tecnica è compatibile, al massimo, con la serie C. Aver puntato su di loro, ancora, è stato un errore di Spalletti. Come aver impiegato mesi a panchinare Candreva, poi tornato titolare, purtroppo, contro il Genoa. Stesso discorso per Borja Valero. Emmers, già oggi, è due volte più forte.


giovedì 1 febbraio 2018

Il mercato di Suning

Bilancio in ordine, fair play finanziario. Suning gestisce l'Inter come i burocrati di Bruxelles pretendono di governare l'Unione Europea. Gli esiti sono, parimenti, fallimentari. "Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello".
Dante Alighieri

lunedì 22 gennaio 2018

I problemi dell'Inter di Spalletti e di Suning

Nelle ultime partite di campionato, l'Inter ha segnato la miseria di 3 gol, nessuno contro la Juve, uno contro l'Udinese, nessuno contro il Sassuolo, nessuno contro la Lazio, uno contro la Fiorentina, uno contro la Roma. Tre gol in sei partite. Ed ancora si perde tempo a rovistare tra errori difensivi individuali, veri o presunti. Segnando così poco, non si fa strada. Il problema dell'Inter, numeri alla mano, è la monotonia di un gioco privo di alternative a quello sulle fasce, dove, peraltro, Candreva non salta l'uomo nemmeno per sbaglio e Perisic vive un lungo letargo. Né Icardi, fortissimo in area, ha il fisico per reggere da solo il peso dell'attacco. Ieri, lanciato verso la porta, si è fatto rimontare e stringere da Fazio e Manolas. Ronaldo li avrebbe lasciati sul posto, Adriano, come Vieri, li avrebbe fatti rimbalzare. Milito li avrebbe mandati a sbattere con una finta. Icardi, pur fisicamente tosto, non è dominante rispetto a difensori cui ceda centimetri e chili, quasi tutti, né ha un gran dribbling, anzi. E così, se non servito faccia alla porta, in area, viene facilmente fermato. Tutta la fase di costruzione del gioco nerazzurro, poi, è sterile. Gagliardini, che andrebbe bene in un centrocampo a 3, stenta in quello spallettiano a 2. Borja Valero, privo di uno scatto degno di questo nome, non può fare il trequartista. Meglio quando gioca più indietro. Per questa ragione, pensavo e penso che Ramires avrebbe fatto e farebbe comodo. Ha il cambio di passo, per dare altro ritmo ad una manovra altrimenti troppo compassata. Anche Rafinha può tornare utile: la sua cifra tecnica, al netto di una condizione atletica da ritrovare, è altissima. Ma, soprattutto, Rafinha e Ramires hanno una personalità che manca a molti interpreti attuali dell'Inter di Spalletti. Suning si dia una mossa. Ramires serve. E, forse, servirebbe anche Sturridge.

lunedì 8 gennaio 2018

Ramires è il rinforzo che serve all'Inter

E' Ramires il rinforzo di cui l'Inter ha bisogno. E non solo perché tesserato con una società del gruppo Suning. Il centrocampo attuale dell'Inter manca di rapidità e di brillantezza. Borja Valero porta palla, lo stesso fa Gagliardini. Vecino è l'unico che saprebbe inserirsi, ma ha struttura pesante ed è soggetto a cali di forma. Ramires è rapido di gambe, ha tecnica tipicamente brasiliania ma sa anche contrastare. Ha gli strappi che servirebbero a svegliare il letargico centrocampo nerazzurro. Poi, fosse possibile, proverei anche a prendere Pastore, che, dietro Icardi, potrebbe fare la differenza. Ma, quella del Psg è una bottega cara.

venerdì 5 gennaio 2018

Fiorentina-Inter: 1-1. Gol di Icardi e Simeone. Inter in difficoltà

Due punti nelle ultime quattro partite di campionato. Due gol nelle ultime sette gare, Coppa Italia compresa. L'Inter, che ha pure gli uomini contati in difesa, fa fatica, una terribile fatica a costruire gioco e a segnare. Anche stasera contro la Fiorentina, che domina. Bravissimo Federico Chiesa. Al gol di Icardi, risponde Simeone nel recupero. Pareggio che va stretto alla Fiorentina. Suning deve spendere sul mercato di gennaio!