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martedì 14 novembre 2023

Mazzarri è il nuovo allenatore del Napoli

De Laurentiis ha scelto Walter Mazzari, per sostituire Garcia sulla panchina del Napoli. Il tecnico toscano torna ad allenare gli azzuri dopo il felice quadriennio 2009/2013: un sesto posto da subentrante, poi, un terzo, un quinto e un secondo posto. Era il Napoli di Lavezzi, Hamsik e Cavani. Ora, avrà Osimhen, Kvaratskhelia e Zielinski (o Raspadori). Sono convinto che farà bene, a dispetto dei suoi detrattori. 

sabato 23 novembre 2019

Torino-Inter: 0-3. Lautaro, De Vrij, Lukaku. Infortunio al ginocchio per Barella

Conte sente l'urgenza di riproporre D'Ambrosio titolare. Detto questo, Inter presto in vantaggio con Lautaro Martinez: contropiede fulmineo e fulminante. Nel momento di maggior sofferenza, l'Inter raddoppia con De Vrij, che capitalizza un bel cross di Biraghi. Nella ripresa, è Lukaku a fissare il punteggio sul 3-0 per l'Inter. La nota dolente è l'infortunio al ginocchio occorso a Barella.

giovedì 31 ottobre 2019

Serie A 2019/20: il punto dopo la 10^ giornata


  • Decima giornata della serie A 2019/20.
  • Juve fortunatissima. Batte allo spirare della partita il Genoa del bravissimo Thiago Motta, con un rigore, piuttosto dubbio, trasformato dal solito Cristiano Ronaldo. Che sopporta la tensione meglio degli altri, c'è poco da fare. Prima, c'era stata un'espulsione immeritata ai danni del Genoa cui era seguita, ma solo nel finale, la sacrosanta espulsione di un modesto Rabiot. Grande prova di Schone, regista acutissimo di un Genoa che ha lungamente irretito la squadra di Sarri.
  • L'Inter resta ad un punto dalla Juve, grazie al sofferto successo contro il Brescia. La squadra è stanca. Ma, compatta.
  • La Lazio travolge il Torino di Mazzarri: il capocannoniere Immobile, doppietta per lui, sale a 12 gol in campionato, 99 con la maglia della Lazio.
  • Largo successo della Roma, rimasta presto in dieci, sul campo dell'Udinese. Gran gol iniziale di Zaniolo. E prova brillante di Santon. I giallorossi, pur decimati dagli infortuni, stanno risalendo la china. 
  • La partita del giorno, tra Napoli e Atalanta, finisce in pareggio. Il Napoli reclama un rigore, che resta dubbio, su Llorente. Aveva giocato meglio e avrebbe meritato di battere i bergamaschi. Ha sprecato troppo sotto porta, però.
  • Stasera, il Milan ospita la Spal.

lunedì 2 settembre 2019

Serie A 2019/20. il punto dopo la 2^ giornata

Tre squadre a punteggio pieno: Inter, Torino e la Juve graziata dal goffissimo autogol di Koulibaly. Deludente, per ora, il Napoli di Ancelotti e non tanto per la sconfitta maturata allo scadere nel modo rocambolesco che si è detto. La fase difensiva degli azzurri, che hanno subito 7 gol in 2 partite, è stata pessima fino ad ora. Poco filtro dal centrocampo, reparti troppo distanti e l'assenza di un regista difensivo, perché, a sapere di calcio, tale era il sottovalutato Albiol. Il Toro di Mazzarri batte anche l'Atalanta e porta il 3-5-2, che condivide in qualche modo con Conte, in cima alla serie A 2019/2020. Pareggio nel derby capitolino, sebbene la Lazio abbia giocato meglio della Roma. Vittoria del Genoa, che ha fatto un mercato eccellente, e persino del Milan, che compie i primi passi verso un sesto, settimo posto finale. L'Inter espugna il campo del Cagliari, non senza fatica. Ora, la sosta delle nazionali.

martedì 12 marzo 2019

Serie A 2018/19: il punto dopo la 27^ giornata

Numeri inequivocabili. Il Napoli di Sarri era molto più competitivo, in campionato, di questo allenato da Ancelotti. Il divario dalla vetta è cresciuto a 18 punti, dopo il pareggio contro il Sassuolo, firmato dallo scontento Insigne. Che si è detto stanco delle critiche, che, tuttavia, merita. A quasi 28 anni, il salto di qualità definitivo non l'ha fatto.

Vincono Inter, Milan e Roma. Ma, le ultime due, grazie a decisioni arbitrali assai discutibili. La tecnologia Var continua ad essere usata in modo bizzarro.

Continua il buon momento del Toro di Mazzarri, uno che non ha grande stampa ma sa tanto di calcio, e dell'Atalanta. Nelle retrovie, prezioso successo del Bologna di Mihajlovic.

lunedì 29 gennaio 2018

Serie A 2017/18: il punto dopo la 22^ giornata. Perdono Lazio e Roma, crisi per l'Inter

Prosegue il testa a testa tra Napoli, illuminato da un grande Mertens, e Juve, beneficiaria di due espulsioni ai danni del Chievo. Da regolamento, potevano starci i due cartellini rossi, ma, insomma summum ius, summa iniuria. L'Inter, in crisi drammatica di personalità, non va oltre il pareggio sul campo della Spal, ma Roma e Lazio non ne approfittano. Gli uomini di Di Francesco perdono in casa contro la Sampdoria di Giampaolo, gol di Zapata: confermo, la Roma non andrà in Champions. Il Milan batte la Lazio, ma il primo gol di Cutrone è vistosamente irregolare. Alla Lazio manca più di qualche punto in questo campionato. Come al Crotone di Zenga, fermato dal Cagliari. Vittoria netta del Toro di Mazzarri sul Benevento. Non ha grande stampa, ma, Mazzarri è un tecnico di valore.

giovedì 4 gennaio 2018

Cairo esonera Mihajlovic, il Torino su Mazzarri

Esonero notturno di Mihajlovic. Cairo ha deciso di sollevarlo dalla guida tecnica del Torino, dopo la sconfitta nei quarti di Coppa Italia contro la Juve. Mi sembra la decisione più appropriata. In un anno e mezzo, Mihajlovic non ha portato risultati di rilievo. Ha assommato espulsioni evitabili, non ha contribuito alla crescita di un solo giocatore. In estate ha lasciato partire un ottimo centrocampista come Benassi. Ha fatto, e questo conta, sempre male nei derby. Ora, il Toro punta, a quanto pare, su Mazzarri. E, dal mio punto di vista, fa bene. Mazzarri ha ottenuto tre salvezze consecutive con la Reggina, una clamorosa. Ha fatto bene alla Samp, specialmente il primo anno. E benissimo al Napoli, dove è stato terzo, quinto e secondo. Anche il quinto posto, il primo anno all'Inter, con una squadra davvero modesta, è stato un ottimo risultato. Quanto alla storia delle scuse che accampava in caso di sconfitta, non mi pare che quelle di Sarri, tanto per dire, siano meno frequenti. E fantasiose.

domenica 3 maggio 2015

Pareggio contro il Chievo: Mancini vattene

Un pianto lungo 23 partite, preferendo oggi D'Ambrosio e Juan Jesus a Santon: ma dai! Pareggio a reti bianche contro il Chievo e media punti, 1,43 punti a partita, ancora inferiore a quella di Mazzarri. #Mancinivattene!

mercoledì 28 gennaio 2015

Cassano torna all'Inter? Mancini ci pensa

Chiunque abbia visto la partita domenica dovrebbe convenire sull'opportunità di riprendere Cassano all'Inter. Uno sterile possesso della palla, immancabilmente destinato ad infrangersi contro i difensori avversari negli ultimi 20 metri, laddove Cassano, con la sua tecnica e la sua inventiva, potrebbe donare alla manovra nerazzurra l'imprevedibilità che le manca. Cassano, interista, nella sola stagione trascorsa all'Inter, condizionata anche da un serio infortunio, fece piuttosto bene. Andò via, così pare, dietro indicazione di Mazzarri. Mancini, così pare, lo gradirebbe come rinforzo in attacco. Mancini, come tecnico è sopravvalutato, ma il calcio lo conosce e deve essersi reso conto che un rifinitore è necessario alla causa. Insomma, Cassano può tornare all'Inter. E mi auguro che torni. E' svincolato, il suo ingaggio costerebbe poco, sa giocare al calcio con la naturalezza dei grandi ed è mosso anche dall'ambizione del riscatto, il che non guasta. Anche a mezzo servizio, Cassano farebbe comodo eccome all'Inter.

domenica 25 gennaio 2015

Inter sconfitta dal Torino allo scadere. Mancini vattene. Le pagelle dell'Inter

Ma quale Champions! L'Inter di Mancini raccoglie un'imbarazzante sconfitta casalinga contro il Torino, allo scadere dei quattro minuti di recupero. Beffa inevitabile seguita ad una partita di rara bruttezza, dominata dalla noia. Sterile possesso palla dei nerazzurri. Non ce n'è uno che sappia crossare. Forse Podolski ma non sempre. Condizione atletica generale approssimativa: molti passeggiano. Per di più si fa male Andreolli alla fine del primo tempo, seguito da D'Ambrosio all'inizio del secondo. Problemi muscolari, pare. Ma chi e come cura la preparazione atletica all'Inter? Mancini guarda spaesato la partita. Spera in un colpo di fortuna per sbloccarla. Il suo schema prediletto. Ma, la fortuna è voltata altrove. E così alla fine del recupero, passa il Torino con un colpo di testa nell'area piccola. Esempio di straordinaria organizzazione difensiva. Dopo nove partite, i punti di Mancini sono dieci. Meglio Mazzarri. Ecco le pagelle di giornata per l'Inter.
Handanovic 5: colpo di testa in area piccola, non sa tenere la posizione il celebrato para rigori. Disorientato
D'Ambrosio 5: grandi mezzi atletici, imbarazzanti mezzi tecnici. Approssimativo
Donkor 6: di incoraggiamento, subentra, piedi legnosi ma almeno una volta prova a sfondare il muro granata. Volenteroso
Obi 5: non è un terzino. Fuori posizione
Andreolli 6: diligente come al solito, si fa male ed è un guaio. Sfortunato
Ranocchia 5,5: subentra ad Andreolli, sbaglia qualche rinvio, assente sul gol. Svagato
Vidic 5,5: gioca bene fino a poco dalla fine. Da leader della difesa ha le sue colpe sul gol granata. Attempato
Guarin 4: via la fascia di capitano dal suo braccio, tipica scelta manciniana. Non sa giocare a calcio, soltanto a pallone. E non è la stessa cosa. La stagione della caccia è chiusa, i suoi tiri sono tutti per allodole immaginarie. Naif.
Kuzmanovic 6: almeno fa la sua parte. Modesto
Icardi 5: ma se la barba non ce l'hai, perché te la fai crescere? Non tiene un pallone. Pigro
Palacio 5: per l'impegno. Gli farà male  la caviglia, gli anni sono passati, non so. Fuori tempo
Kovacic 6: sprecato a rincorrere gli avversari, nessuno che si muova senza la palla, qualche volta esagera a voler dribblare tutti. Resta il miglior del gruppo però. Fuoriclasse immalinconito dal contorno
Podolski 5,5: personalità, si sa, condizione lontana. In rodaggio
Shaqiri: 5,5: subentra e non è Robben. Impegnato a fare quel che può
Mancini 4: basta storie e basta scuse, il calendario, la luna e le stelle. Dieci punti in nove partite, 1,11 punti a partita, sono una miseria che urla contro il suo ingaggio. Elegante ma tanto sopravvalutato

lunedì 8 dicembre 2014

Inter sconfitta dall'Udinese 1-2: Mancini vattene. L'Inter, con soli 17 punti, è dodicesima in classifica

Se ne deve andare. E' chiaro adesso perché debba andarsene oppure no? Un punto in tre partite di campionato non spiega a sufficienza l'assoluta inadeguatezza di Mancini al ruolo di allenatore di quest'Inter, che non è più quella zeppa di campioni della sua prima gestione? Dopo un primo tempo dominato, nel quale a tanti errori nelle conclusioni, ed a parecchia confusione nel gioco, con cross dalla trequarti di Ranocchia e tiracci di Guarin da trenta e passa metri, il gol finale di Icardi, centravanti grandissimo in area di rigore (scatto e sinistro da manuale sulla prima giocata sensata di Guarin), sembrava aver messo la partita nella direzione di una facile vittoria. Invece, no. L'Udinese rimonta, aiutata da due errori, uno di Dodò, personaggio vagamente felliniano, anche per consistenza, e l'altro di Palacio, che non soltanto non segna più, ma aiuta anche gli avversari a segnare. E così l'Udinese di Stramaccioni, beffa terribile per i nerazzurri, porta a casa i tre punti. Mentre Mancini annaspa nel mare dei suoi dubbi, passandosi continuamente le mani tra i capelli che vanno incanutendo. Ma, vattene. Mancini vattene. Non ha curato la fase difensiva: l'Inter continua a prendere gol da primo cinema Lumiere. Continua a sbagliare i cambi: Osvaldo per Icardi a che pro? Non sta valorizzando giovani come Bonazzoli, che con l'ultimo Mazzarri era stato promosso quasi titolare, e che oggi è stato mandato in campo soltanto allo scadere come carta della disperazione. La classifica piange a singhiozzi. Però l'allenatore più pagato della serie A ce l'abbiamo noi. Mancini vattene. Esonerarti costerebbe troppo. L'Inter ha soltanto 17 punti, che le valgono il dodicesimo posto in classifica: un disastro.
*Aggiornamento del 9 dicembre 2014: la delusione per questi primi venti giorni del secondo corso di Mancini all'Inter comincia a trapelare anche fuori dalle pagine di questo blog. Segnalo, al riguardo, un ottimo pezzo di Gianni Valenti sulla Gazzetta di oggi. Nella situazione in cui si trova l'Inter, torno a ripetere, con la fragilità nervosa mostrata da tanti calciatori, piuttosto del glamour di Mancini, sarebbe servito il carisma trascinante di Zenga. Non si va alla guerra, sportiva beninteso, con il cashmere

lunedì 1 dicembre 2014

Mancini deve andarsene: Inter travolta dalla Roma 4-2

Non ho visto la partita. Ma, ho visto la classifica. Colonna di sinistra. L'allenatore più pagato della serie A, Roberto Mancini l'esteta, non mi pare che abbia rivoluzionato la squadra che pure stentava con Mazzarri. Pareggio nel derby, vittoria stentata con il Dnipro in Europa League, e sonora sconfitta sul campo della Roma, 4-2. Tanto per non girarci troppo intorno, scrivo subito che Mancini deve andarsene. Insomma, dimettersi, perché un esonero costerebbe troppo. Non ho visto la partita, d'accordo, ma perché ha escluso dalla formazione titolare Kovacic? A me basta questo, per considerare conclusa la sua seconda avventura nerazzurra. Invece, vedrete che lo lasceranno sulla panchina, ingaggeranno qualcuno da lui indicato a gennaio, e l'Inter a fine stagione starà sempre nella colonna di sinistra della classifica. Mancini deve andarsene.

lunedì 24 novembre 2014

Dieci ragioni per cui Mancini non è l'allenatore giusto per l'Inter

Moratti ha una grande passione per l'Inter, ma, si lascia troppo influenzare dalle simpatie e dalle antipatie, nelle decisioni, ieri, nei consigli, oggi. Pare abbia raccomandato a Thohir di sostituire Mazzarri o con Mancini o con Leonardo. Gli eroi delle disfatte con il Villareal e con lo Shalke 04. Almeno io così li ricordo. E non con Zenga, che pure, con una squadra così malridotta, avrebbe potuto far valere quelle doti di condottiero amatissimo dal pubblico nerazzurro, che a Mancini mancano. Ecco dieci ragioni per cui Mancini non è l'allenatore giusto per l'Inter:
  1. Mancini ha apprezzato davvero un solo giocatore: Mancini stesso. Per se stesso ha avuto i riguardi che ha, da allenatore, negato a tutti gli altri. Ieri ha sbattuto Kovacic sulla fascia sinistra, costringendolo ad una brutta figura e privando la squadra della più importante fonte di gioco.
  2. Mancini patisce la tensione non meno di Mazzarri. Da giocatore si rifiutò di battere il rigore nella finale di Coppa delle Coppe con l'Arsenal. Da allenatore ha spesso mancato la vittoria sul traguardo, fallendo gli scontri diretti in Europa e rischiando di perdere lo scudetto del 2008. Che era perso, in effetti, Poi, entrò Ibrahimovic e la storia è nota.
  3. Mancini ha litigato con tutti i giocatori di taglia, fisica, pari o inferiore alla sua. Con Ibra no. E non per la mitezza del carattere dello svedese.
  4. Mancini non ammette le proprie responsabilità nelle sconfitte. E nemmeno nei pareggi. Di cui è sommo esperto: furono 18 nella stagione 2004/05.
  5. Mancini è allenatore da 4-4-2. Quando esce dal seminato, come ieri nel derby, ecco l'assurdità di Kovacic ala sinistra.
  6. Mancini viene da due anni di insuccessi tra Manchester City e Galatasaray, ma la scelta accurata delle sciarpe e delle scarpe, la stampa amica ed una certa dose di fortuna sacchiana l'hanno tenuto a galla.
  7. Mancini ha bisogno di grandi giocatori, insomma non è Zeman, ma neppure un aziendalista tipo Allegri o Garcia. All'Inter i grandi giocatori non ci sono, tolto Kovacic e, forse, Icardi.
  8. Mancini non è un grande motivatore, anzi è lunatico ed umbratile, con tendenza ad abbattersi alle prime difficoltà.
  9. Mancini se ne andò dall'Inter per libera scelta ed è tornato per l'ingaggio.
  10. Last but not least, da giovane tifava per la Juve.

domenica 9 novembre 2014

Inter - Verona: 2-2. Non basta la doppietta di Icardi all'Inter ridotta in dieci

Pareggio con il Saint Etienne e pareggio con il Verona. Da queste due partite si diceva che dipendesse il destino di Mazzarri. Che rimarrà sulla panchina dell'Inter più per le ristrettezze di cassa che per i due miseri punti racimolati tra Europa League e campionato. Palacio non segna più, ma almeno propizia i due gol di Icardi, che si incastonano tra il vantaggio veronese di Toni ed il pareggio di Nico Lopez. Nel mezzo, un rigore che Toni si fa parare da Handanovic e l'espulsione di Medel. In undici partite, l'Inter ha raccolto appena sedici punti. Pochi, troppo pochi. Handanovic pare che abbia parato 20 rigori in serie A, con quello di stasera, d'accordo, ma sul tiro di Nico Lopez, al solito, ci ha messo una vita a tuffarsi: la sua è più di una mezza papera. 

venerdì 7 novembre 2014

Dodò propizia il pareggio dell'Inter contro il Saint Etienne: Bonazzoli alla prima da titolare

Un pareggio fuori casa non è risultato da disprezzare, sebbene il Saint Etienne di oggi nulla abbia a che vedere con la squadra capace di issarsi sino alla finale di Coppa dei Campioni del 1976, poi vinta dal Bayern Monaco di Rummenigge. L'Inter va in vantaggio con Dodò, poi il solito, imperdonabile, errore di Vidic regala il pareggio ai francesi, che chiudono all'attacco, fermati da alcune grandi parate di Carrizo. L'Inter di questi tempi non sa fare di più: vivacchia. Nota positiva: l'esordio dal primo minuto di Bonazzoli, mandato in campo da Mazzarri contro ogni pronostico. La qualificazione ai sedicesimi di Europa League resta alla portata dei nerazzurri. Domenica, il Verona in casa. Mazzarri si gioca la panchina e lo sa. 

domenica 2 novembre 2014

L'Inter perde per 2-0 a Parma: Mazzarri torna in bilico

Non ho visto la partita. Però, alcuni dati sono chiari. Il Parma era reduce dai sei sconfitte consecutive, figlie di una crisi non soltanto di risultati ma anche di gioco. L'Inter aveva bisogno di consolidare quella che sembrava essere una ripresa, per quanto timida, due consecutive vittorie propiziate da due rigori di Icardi. Poi, si gioca, e l'Inter trasforma De Ceglie in Gerd Muller, prende due gol che nemmeno all'oratorio, con il solito Handanovic che impiega una vita a tuffarsi e siamo punto e a capo. Con il Napoli che ha ripreso a correre, il terzo posto si fa più lontano. Ciò che sconcerta sono le dichiarazioni di Mazzarri. Che non si rende conto che un qualunque altro presidente dell'Inter diverso da Thohir l'avrebbe già esonerato. E non solo per il poco che la squadra fa in campo, ma anche e forse di più per come lui, Mazzarri, cerca di giustificarlo. Quel poco. Comunque, Bardi è più forte di Handanovic. Che c'entra? C'entra eccome.

mercoledì 29 ottobre 2014

Inter - Sampdoria 1-0: ancora un rigore di Icardi. Mazzarri salva la panchina

Partita equilibrata, con sopravvento dell'Inter quanto alle occasioni, che tuttavia sfumano per l'imprecisione ormai cronica di Palacio ed una certa sufficienza di Icardi. La Sampdoria del sopravvalutato Mihailovic, sopravvalutato anche da giocatore, ribatte colpo su colpo. Dopo una decina di minuti dall'inizio della ripresa infortunio per Hernanes che si stava disimpegnando bene. Al suo posto Kuzmanovic. Sarà alla fine proprio un intervento maldestro di Romagnoli su Kuzmanovic a propiziare il rigore per l'Inter, trasformato, come domenica a Cesena da Icardi. Pare che l'Inter si stia rimettendo in carreggiata. Mazzarri, che ha le sue responsabilità nella crisi recente, ha tenuto unito il gruppo ed aspettato che cambiasse il vento. Voglio dargliene atto. Detto questo, la rosa dell'Inter è da terzo posto. L'obiettivo dell'Inter è il terzo posto. Il destino di Mazzarri al terzo posto è legato. Stiamo a vedere. Per adesso, seconda vittoria consecutiva. Il che, per l'Inter di questi tempi, è una grande cosa.

domenica 26 ottobre 2014

Una piccola Inter passa a Cesena con rigore di Icardi

Una partita imbarazzante, nonostante il Cesena abbia giocato per un'ora in dieci. L'Inter di Mazzarri è davvero poca cosa, tecnicamente modesta, atleticamente spompata, agonisticamente leggera. Molti interpreti, a cominciare dal tecnico, che avevo creduto più capace, sono inadeguati. Anche Icardi, che in campo passeggia e fallisce nel finale un'occasione clamorosa davanti al portiere. Per non dire di Palacio, sfiatato, con una mira pessima, che giocherella lontano dall'area di rigore. Sulle fasce, poi, un pianto inconsolabile. Dodò è nullo in fase difensiva. Mbaye, che subentra ad Obi, non farebbe la differenza neppure in Lega pro. L'Inter ha la classifica che merita. Mazzarri, se non altro, avrebbe potuto far esordire Puscas o Bonazzoli, magari entrambi. Per inesperti che possano essere, peggio di Icardi e Palacio non avrebbero potuto fare. Tre ottimi punti, comunque, in vista della salvezza.

domenica 19 ottobre 2014

Inter - Napoli: 2-2. Mazzarri si salva, forse. Solito errore di Vidic

Basterà il pareggio agguantato in extremis a salvare la panchina di Mazzarri? La partita si accende nel finale del secondo tempo, segna Callejon, pareggia Guarin, ancora Callejon, pareggia al 91' Hernanes. Buona volontà l'Inter ne ha mostrata, ma restano limiti di gioco evidenti e vistose lacune difensive. Nove punti sono pochi, davvero pochi. Insomma, per rispondere alla domanda iniziale, credo che sì la panchina di Mazzarri è salva. Forse. Almeno per qualche tempo. La rosa del Milan, tuttavia, non è migliore di quella dell'Inter. Anzi. Eppure i rossoneri hanno cinque punti in più. Vorrà dire qualcosa? Da segnalare, per la cronaca, il solito errore di Vidic, che propizia il primo gol di Callejon. 

domenica 5 ottobre 2014

Inter travolta dalla Fiorentina: Mazzarri esonerato?

Ho sempre difeso Mazzarri dalle pagine di questo blog, considerandolo un allenatore serio e preparato, sia pure privo di quel carisma che sarebbe necessario per guidare una grande squadra come l'Inter. Quest'anno, però, va peggio dello scorso anno. Dopo sei giornate, i punti di distacco dalla vetta sono già dieci, un'enormità. Mezza classifica, mediocrità diffusa, nel gioco e nei risultati. Due bruttissime sconfitte consecutive. L'ultima, quella odierna contro la Fiorentina, mi pare destinata a lasciare una traccia profonda. Insomma, credo che Mazzarri, mai amato dall'ambiente, sia al capolinea. Appare già scoraggiato, sfiduciato, eppure il gruppo quest'anno è più forte. Così non va: Cuadrado, ad esempio, è uno dei migliori giocatori del campionato, ma non è stata prevista alcuna mossa per cercare di neutralizzarlo. Anzi, spesso è finito dalle parti di Ranocchia, troppo lento, per tenere passo del rapidissimo colombiano. Quattro gol presi contro il Cagliari, tre oggi contro la Fiorentina. Mai in partita e l'assalto finale, alla ricerca del gol della bandiera, è più patetico che eroico. Mazzarri, secondo me, è vicinissimo all'esonero.