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lunedì 13 dicembre 2021

UCL Draw: Inter- Liverpool agli ottavi di Champions

Nyon, Svizzera francese, sorteggi degli ottavi di finale della Champions League 2021/22. Comincia la rotta ad eliminazione diretta verso la finale di San Pietroburgo. I sorteggi di mezzogiorno danno gli esiti sotto riportati in carattere corsivo e più minuti. Sì perché sono stati rifatti tre ore dopo: un piccolo grande errore, che aveva permesso l' iniziale abbinamento di Man United e Villareal, provenienti dallo stesso girone, ha svelato che qualcosa non andava e fatto, sia pure a scoppio ritardato, saltare il banco di una cerimonia lunga, noiosa e snervante. Alle 15:00, dopo conciliaboli e ripensamenti, l'Uefa ha fatto la mossa del gambero e dichiarato nullo il primo sorteggio. Così, azzerando proclami, agenzie di stampa e i primi commenti/pronostici abbozzati, ci si è affidati ancora alla sorte. Grande imbarazzo per l'Uefa. Il protocollo, per il Potere, è  essenziale. Ad ogni modo, con il secondo tiro di dadi, sì, insomma, di palline, è cambiato tutto. L'Inter così ha trovato il fortissimo Liverpool di Klopp, la Juve un abbordabile Villareal, il Real Madrid il Psg. I blancos, come i nerazzurri, si troveranno ad affrontare avversari ben più insidiosi. Destino cinico e baro. Ma, forse anche un'occasione. Insomma, la storia della porta che si chiude e del portone che si apre. Più o meno.

Manchester City - Sporting Lisbona

Juventus - Villareal

Bayern Monaco - Salisburgo

Lilla - Chelsea

Manchester United - Atletico Madrid

Ajax - Benfica

Liverpool - Inter

Real Madrid - Psg


Così scrivevo, per dovere di memoria, dopo il sorteggio delle 12:00.

"L'Inter pesca nell'urna l'Ajax, tornato a giocare a grandi livelli e vincitore di tutte le partite del suo girone. Sfida aperta, difficile, ma non proibitiva. Si affronteranno anche il Manchester United di Cristiano Ronaldo e il Psg di Lionel Messi. Sorteggio comodo per la Juve, che se la vedrà con lo Sporting Lisbona. Ma è andata bene anche al Chelsea, che affronterà i francesi del Lille.

Villareal - Manchester City
Atletico Madrid - Bayern Monaco
Salisburgo - Liverpool
Inter - Ajax
Sporting Lisbona - Juventus
Chelsea - Lille
Psg - Manchester United
Benfica - Real Madrid"



mercoledì 3 novembre 2021

Conte al Tottenham, Cristiano Ronaldo 140 gol in Champions

Sarà Antonio Conte il sostituto di Nuno Espirito Santo sulla panchina del Tottenham. Potrebbe essere la scelta giusta, se non altro perché la squadra londinese sta raccogliendo, da un anno e mezzo almeno, assai meno di quanto il talento diffuso nella sua rosa consentirebbe. Gruppo poco coeso o difetto di motivazioni o entrambi? A questo dovrebbe rimediare Conte. Che ha un gioco che poco mi piace ma che sa essere redditizio, soprattutto nei campionati, e molta ortodossia tattica, ma, gli va altresì riconosciuto, sa definire la fisionomia di una squadra e motivare un gruppo sfiduciato. Credo che farà bene.

Come bene, anzi benissimo, sta facendo Cristiano Ronaldo nella sua seconda esperienza al Manchester United. Dove fa quello che sa fare meglio, il goleador. Perché si coordina e calcia meglio degli altri, con anticipo e precisione. I due gol di ieri contro l'Atalanta, n. 139 e 140 in Champions League, sono la dimostrazione patente della sua unicità nel rapporto con la rete. La cerca e la trova con naturalezza disarmante. Giostrando da centravanti, può durare ancora tre o quattro anni ad alti livelli.

lunedì 1 novembre 2021

Tottenham: esonerato Nuno Espirito Santo

Non c'è pace a Londra, sponda Tottenham. Dopo la sconfitta subita ieri dal Manchester United, questa mattina l'annuncio, ormai atteso, dell'esonero del tecnico portoghese Nuno Espirito Santo. Si parla di Antonio Conte come possibile sostituto. 

lunedì 25 ottobre 2021

George Best: ritratto

Whenever possible, give the ball to George Best (Matt Busby)

Nella frase succitata c'è tutta la storia di George Best, scapricciato e scapigliato talento, tra i massimi della storia del calcio, nordirlandese di estro tipicamente sudamericano, che ridisegnò il football britannico negli anni '60 e che, nel 1972, a 26 anni, già declinava, ostaggio di una vita abbandonata agli eccessi. Sì, perché George Best, e sia detto con il maggior affetto possibile, non possedeva una sola delle virtù tipiche del calciatore modello. Ed aveva un rapporto di dipendenza dalla bottiglia che ne avrebbe affrettato il ritiro dai campi e poi il congedo da questo modo.

Nei cantieri di Belfast lavoravano un sacco di tipi tosti e d'estate si teneva un campionato di calcio in un posto chiamato <<il pollaio>> (George Best, Baldini & Castoldi, 2002)

Cresciuto a Belfast, in una famiglia poco abbiente, il giovane George imparò a giocare per strada, in campetti di fortuna, senza erba, immaginandosi stella dei Wolverampton Wanderers (campioni d'Inghilterra nel 1954 e poi ancora nel 1958 e nel 1959). Aveva classe purissima che non sfuggì agli osservatori e fece il grande salto. Era il luglio del 1961, quando lasciò l'Irlanda del Nord per l'Inghilterra. Quando, due anni più tardi, irruppe da protagonista sulla scena del massimo campionato inglese, anno 1963, con la maglia rossa del Manchester United di Matt Busby e del sopravvissuto alla tragedia di Monaco di Baviera, Bobby Charlton, fu un terremoto. Paragonabile a quello che si verificò, contamporaneamente, nella musica leggera, quando i Beatles, che erano di Liverpool, cominciarono a riscuotere successo. Best giocava all'ala. Ala destra. Veloce, rapidissimo, dribbling fulmineo, ma anche cross tesi e calibrati, tiro secco e, a dispetto di una statura regolare, grande stacco di testa, spesso eseguito con terzo tempo. E finte e tunnel, accelerazioni e sterzate, tutto un repertorio da prestigiatore che, sommato al look sbarazzino, alla battuta mordace e all'aria da conquistatore scanzonato, lo rese anche insostituibile personaggio da copertina. Il quinto Beatle.

Se fossi nato brutto, non avreste mai sentito parlare di Pelé (George Best)

In quel Manchester, che avrebbe vinto il campionato inglese nel 1965 e nel 1967 e la prima storica Coppa dei Campioni nel 1968, oltre all'inglese Charlton, centravanti arretrato e manovriero, c'era lo scozzese Denis Law, mezzala dal tiro tremendo e dalla progressione irresistibile, oltre a molti altri calciatori di personalità. Ma, presto, il faro tecnico della squadra divenne Best, il migliore non solo di nome, quello cui affidare la partita nei momenti solenni, quello delle giocate impossibili, il solista a vocazione anarchica che, con spregio della logica, riusciva a guidare e ad esaltare il collettivo. Non c'erano punti deboli nel suo gioco. All'occorrenza contrastava con durezza e riconquistava il pallone.

Il giocatore perfetto. Può evitare il tackle, entrare duro, accarezzare la palla con entrambi i piedi, passarla corta o lunga, senza sbagliare. (Denis Law)

Nel 1968, il Pallone d'Oro fu assegnato a lui, icona e simbolo di un anno pazzo e iconograficamente rivoluzionario. Giocò per tutta la vita come faceva da ragazzo per le strade di Belfast. Sfidando gli avversari in una ripetizione ossessiva di uno contro uno, dai quali riusciva inesorabilmente palla al piede, la porta sempre più vicina. Non se sono più nati di George Best. Né, penso, potranno nascere nelle scuole calcio contemporanee. L'arte, anche quella calcistica, s'apprende in strada. Per strada. Sempre che uno abbia il talento. E quello di Best era purissimo.

giovedì 21 ottobre 2021

Cristiano Ronaldo: 800 gol in carriera!

Con quello segnato ieri all'Atalanta, n. 138 in Champions League (record), sono 800, sì proprio cifra tonda, ottocento, i gol in carriera di Cristiano Ronaldo. Il maggior goleador della storia del calcio. Ai 680 gol realizzati con squadre di club (Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid, Juve, di nuovo Manchester United), devono aggiungersi i 115 gol con la nazionale maggiore del Portogallo nonché i 3 e i 2 gol segnati, rispettivamente, con under 21 e nazionale olimpica portoghese: anche questi ultimi gol sono stati siglati in competizioni professionistiche o comunque aperte ai professionisti e vanno conteggiati. 

Champions League 21/22: la 3^ giornata

La terza giornata di Champions League ha visto il successo quanto alle italiane di Inter e Juve e la sconfitta di Milan e Atalanta. Se l'Inter ha fatto il proprio dovere contro lo Sheriff, la Juve ha infilato l'ennesimo 1-0 di scuola allegriana, mostrando comunque una solidità nuova, confermata dal punteggio pieno nel girone. Il Milan, che però ha gli avversari più ostici, resta a zero punti dopo la sconfitta con il Porto. L'Atalanta ha sfiorato l'impresa a Manchester e ha perso per il gol n. 138 in Champions League di Cristiano Ronaldo. Intramontabile. 

Da segnalare il primo successo del Barca, le affermazioni perentorie del Bayern Monaco, 4-0 in casa del Benfica, del Chelsea, 4-0 al Malmoe, e dell'Ajax, tornato competitivo come tre anni fa: 4-0 casalingo al Borussia Dortmund. La maggiore impressione continua a farla il Liverpool d Klopp, corsaro sull'ostico campo dell'Atletico Madrid di Simeone.

venerdì 27 agosto 2021

Cristiano Ronaldo via dalla Juve: fa bene

Il capocannoniere di sempre della Champions League nella squadra con minor vocazione europea. Fu un errore dell'asso portoghese andare alla Juve. Tre anni e 90 milioni dopo, Cr7 l'ha capito. E se ne va. Al City di Guardiola. Che ultimamente le Champions è bravo a perderle. Comunque sempre meglio della Juve. Magari non sembra, ma la mia è una valutazione meramente tecnica e storica. *Aggiornamento del 27 agosto 2021: non al City, sempre a Manchester, ma allo United. Che lasciò nel 2009 per trasferirsi a Madrid. Proprio non sopportava più l'idea di giocare per la Juve, Cristiano Ronaldo. 

martedì 18 febbraio 2020

Se ne va Harry Gregg, stella del Manchester United. Salvò Bobby Charlton nel disastro aereo di Monaco

Nella seconda metà degli anni '50, una squadra in Inghilterra svetta sulle altre: due titoli nazionali nel 1956 e nel 1957. Si tratta del Manchester United di Busby, capitanata dal giovane e fenomenale mediano Duncan Edwards, che spaventa gli avversari solo a farsi vedere, per via del suo tackle micidiale. Prende sempre il pallone, ma gli avversari volano via comunque. Il Manchester United viene considerato, all'inizio del 1958, il rivale più accreditato del Real Madrid sulla via della leggenda, per la conquista della terza Coppa dei Campioni. Poi, la tragedia. L'aereo che riportava a casa gli inglesi, dopo il pareggio sul campo della Stella Rossa di Belgrado, fa scalo a Monaco di Baviera. Nella laboriosa fase di decollo, l'aereo si schianta e prende fuoco. Ventitré morti, tra di loro anche Duncan Edwards ed altre future stelle del calcio britannico. Si salva Bobby Charlton, grazie al coraggio del portiere nordirlandese Harry Gregg, alla sua prima stagione a Manchester. Harry Gregg è mancato ieri. Fu eletto miglior portiere dei mondiali del 1958, quelli che rivelarono al mondo il genio di Pelè, in Svezia. L'Irlanda del Nord si fermò ai quarti di finale. Risultato mai più ripetuto. Gregg è stato il più popolare calciatore nordirlandese, prima che irrompesse, sempre al Manchester United, il genio ribelle di Best.
File:WillemIIManchesterUnited1963c.jpg
Manchester United nel 1963

venerdì 29 novembre 2019

L'Arsenal esonera Emery

L'Arsenal ha esonerato il tecnico spagnolo Emery, già detentore del record di Europa League vinte, tre, già vincitore della Ligue 1, con il Psg, ma anche protagonista, mentre era alla guida dei francesi di una pazzesca eliminazione in Champions League contro il Barcellona, dopo il 4-0 dell'andata. Dopo l'addio di Wenger, al timone dei Lancieri per un ventennio abbondante, l'Arsenal ha conosciuto una crisi tecnica e di risultati paragonabile a quella sofferta dal Manchester United, con l'eccezione della parentesi legata a Mourinho, dopo l'addio di Ferguson. Analogie.

mercoledì 20 novembre 2019

Mourinho è il nuovo allenatore del Tottenham

È José Mourinho il nuovo allenatore del Tottenham, dopo l'esonero di Pochettino. Al tecnico portoghese il compito di raddrizzare una stagione storta in Premier League, che potrebbe regalare ancora soddisfazioni in Champions. Il Tottenham è la terza squadra inglese per Mourinho, dopo le due esperienze al Chelsea e l'ultima al Manchester United
Per chi l'avesse dimenticato, ecco un elenco dei successi da allenatore di Mourinho.

  • 8 titoli nazionali (2 campionati portoghesi con il Porto, 3 Premier League con il Chelsea, 2 scudetti con l'Inter, 1 Liga con il Real Madrid);
  • 4 Coppe Europee (1 Coppa Uefa e 1 Champions League con il Porto, 1 Champions League con l'Inter, 1 Europa League con il Manchester United)
  • 13 Coppe nazionali tra Portogallo, Spagna, Italia e Inghilterra.

venerdì 15 marzo 2019

UCL DRAW: Ajax-Juventus, Tottenham-Manchester City, Liverpool-Porto, Barcellona-Manchester United

UCL DRAW: 

Sorteggi di Champions League 2018/19. Nyon.


La Champions League entra nella fase saliente. Ecco gli incroci dei quarti di finale tra le otto squadre superstiti. La Juve se la vedrà con il giovane Ajax, il Tottenham di Harry Kane sfiderà il Manchester City di Guardiola. Le vincenti di questi primi due quarti si affronteranno in semifinale. Gli altri due quarti saranno Liverpool contro Porto e Barcellona contro Manchester United: le vincenti si sfideranno in semifinale. Ragionevole attendersi una finale, a Madrid, tra Manchester City e Barcellona o Liverpool. Prevedo l'eliminazione della Juve da parte dell'Ajax: squadra organizzata, spensierata, che ha tecnica e corsa.


  • Ajax - Juventus
  • Tottenham - Manchester City

  • Liverpool- Porto
  • Barcellona - Manchester United

martedì 18 dicembre 2018

Mourinho esonerato dal Manchester United

Esonerato Mourinho. Annuncio ufficiale dato due ore fa dal Manchester United. S'interrompe un'avventura cominciata nel 2016, che ha comunque regalato ai red devils un'Europa League nel 2017, oltre ad una Community Shield e ad una Coppa di Lega, sempre nella stagione 2016/17. Nella stagione in corso, il Manchester United si è presto smarrito in Premier League, pur qualificandosi agli ottavi di Champions League. Ora, l'ombra di Mourinho comincerà ad allungarsi sulle panchine più traballanti delle migliori squadre europee. Anche su quella dell'Inter. Cui arrivò, nel 2008, dopo un altro esonero subito in Inghilterra, dal Chelsea.

venerdì 9 novembre 2018

Fenomenologia di José Mourinho

Due partite, due gesti. Tre dita a rimembrare il triplete, sommo vertice della carriera sua e della storia recente dell'Inter, quando la Juve annaspava nelle difficoltà del dopo calciopoli; la mano portata all'orecchio, a chiedere: strillate ora, insultate ora, che vi ho battuto, a casa vostra, quando pensavate di aver vinto. Un modo da commedia per dire ai tifosi juventini: muti! Zitti e muti! In queste due immagini, all'esito delle due sfide di Champions League tra Juve e Manchester United, c'è tutta la fenomenologia di José Mourinho. Archetipico uomo di calcio, condottiero abilissimo e vanitosissimo e comunicatore massimo. Istrione nato. Uno come lui, nei salotti parigini della Terza Repubblica, avrebbe fatto impallidire l'immagine di un eroe letterario come Giogio Duroy, il celebre Bel Ami di Maupassant. Un aforista acutissimo, politicamente scorretto, con il gusto della sfida, della provocazione e del paradosso. Tutto in poche, fulminanti battute. Tanti sono intimiditi dalle grandi platee, dagli stadi, dalle folle rumorose e dalla stampa schierata. Mourinho no. Per questo tanti, per lo più i mediocri e gli ipocriti, non lo sopportano. Dal 2010 non è più l'allenatore dell'Inter, ma i rivali dell'Inter lo soffrono, ancora oggi, più di chiunque. Come capitava soltanto con Peppino Prisco e Nicola Berti.

"Zero tituli" marzo 2009. José Mourinho
"Negli ultimi giorni non si è parlato della Roma, che ha grandissimi giocatori ma finirà la stagione con zero tituli. Non si è parlato del Milan, che ha 11 punti meno di noi e finirà la stagione con zero tituli. Non si è parlato della Juve, che ha conquistato tanti punti con errori arbitrali".

José Mourinho

martedì 31 ottobre 2017

La leggenda di Duncan Edwards

Strappato alla vita da un tremendo, quanto banale incidente aereo. In una fredda notte del febbraio 1958. A Monaco di Baviera, dove un aereo charter era atterrato, per sosta tecnica, prima di ripartire per l'Inghilterra. Trasportava il Manchester United di Matt Busby, proverbiale allenatore scozzesse, che stava allestendo la squadra più forte del mondo. Di ritorno da Belgrado, con la qualificazione alle semifinali della terza Coppa dei Campioni, che avrebbe vinto il Real Madrid sul Milan di Liedholm e Schiaffino. Tutto finì quella sera di febbraio. Anche la carriera di Duncan Edwards, il più forte dei ragazzi allenati da Busby, già protagonista degli ultimi due campionati vinti con il Manchester, 1956 e 1957, già colonna della nazionale inglese, già capace di strappare ad uno come Stanley Matthews predizioni di una carriera leggendaria. Non aveva ancora compiuto 22 anni Duncan Edwards, centrocampista universale, dal fisico imponente, dal tackle perfetto, ambidestro, commander in chief  del gioco. Bobby Charlton, che da quella tragedia si salvò miracolosamente, suo amico fraterno, ne avrebbe sempre parlato come del miglior giocatore mai visto. Charlton, sempre con Busby in panchina, e Denis Law e George Best, dieci anni dopo, la Coppa Campioni sarebbe riuscito a vincerla, dopo i mondiali conquistati in patria due anni prima. Duncan Edwards, invece, per via di un destino cinico e baro, per indulgere alla felice espressione coniata da Saragat, fu fermato mentre la sua stella calcistica cominciava a splendere. Eppure, se a quasi 60 anni da quella Superga inglese, in terra tedesca, Duncan Edwards fa ancora parlare di sé, beh, allora, vuol dire che il suo talento, quella forza fisica senza riscontri, tolto forse Luisito Monti, quei palloni strappati con facilità irrisoria, i lanci a tagliare il campo, il tiro da sberla, erano davvero fuori dal comune. Chissà cosa avrebbe potuto fare, se quell'aereo, invece di schiantarsi sulla pista di Monaco, fosse riuscito ad alzarsi in volo. 

martedì 22 agosto 2017

Rooney 200 gol in Premier League, 2^ dopo Shearer, 260 gol

Il ritorno all'Everton ha restituito Rooney alla regolarità realizzativa, smarrita nelle ultime stagioni.  Due partite e due gol: ora sono 200 i gol in Premier League per Rooney, consolidato il secondo posto dietro  Alan Shearer, autore di 260 gol in Premier, cui per la verità andrebbero aggiunti i 23 siglati in First Division, la massima serie inglese fino al 1992. Ad ogni modo, Rooney ha grandi numeri, che potrà ancora migliorare. Cambiare aria, lasciando il Manchester United dopo gli ultimi anni in chiaroscuro, gli ha fatto bene.

mercoledì 24 maggio 2017

Mourinho vince l'Europa League 2017 con il Manchester United: battuto l'Ajax 2-0

Un vincente è un vincente. Mourinho conquista il terzo titolo stagionale con il Manchester United: battuto l'Ajax 2-0 nella finale di Europa League a Stoccolma. Replica così il successo ottenuto con il Porto nel 2003, cui vanno aggiunte la due Champions League con lo stesso Porto, 2004, e Inter, 2010. Più otto titoli nazionali, tra Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna. Per tacere del resto. Il numero uno degli allenatori. Stasera tisana per i suoi critici.

sabato 21 gennaio 2017

Rooney 250 gol con il Manchester United, superato Bobby Charlton

Gol allo scadere contro lo Stoke City e Rooney segna il gol n. 250 con la maglia del Manchester United, superando il leggendario Bobby Charlton, fermo a 249. Per Rooney, che non è più titolare e paga la straordinaria generosità con la quale gioca da quindici stagioni, si è trattato anche del gol n. 320 in carriera. Grandi numeri.

domenica 18 dicembre 2016

Ibrahimovic 475 gol in carriera

Doppietta al West Bromwich, il Manchester United di Mourinho risale in Premier League, mentre Ibrahimovic, a dispetto delle ultime critiche, si issa a 475 gol in carriera. Il traguardo dei 500 gol, già da tempo varcato da Cristiano Ronaldo e Messi, è più che alla sua portata.

domenica 16 novembre 2014

Rooney 44 gol in nazionale, 280 gol in carriera

Ha 29 anni Rooney, sebbene sembri più vecchio per via di una carriera già molto lunga, cominciata prestissimo nell'Everton. Ha conosciuto periodi difficili, flessioni di rendimento che avevano indotto la critica a pronosticarne un rapido declino. Ed invece Rooney è ancora sugli scudi. In un ruolo diverso, perché ormai il centravanti non lo fa più. Almeno nel Manchester United, dove gioca alle spalle di Van Persie. Resta, però, decisivo grazie al suo eclettismo tattico, alla sua forza fisica modello Nordahl, alla sua tecnica da fantasista massiccio. Ieri, ha trasformato il rigore decisivo contro la Slovenia, salendo a quota 44 gol in nazionale. eguagliando una leggenda come Greaves. Davanti a lui, restano Lineker, 48 gol, e Bobby Charlton, 49 gol. In carriera, i gol di Rooney sono 280.

venerdì 10 ottobre 2014

Rooney 270 gol in carriera, 44 gol con la nazionale inglese, raggiunto Greaves

Dopo qualche anno di difficoltà sotto porta, Rooney sta tornando ai livelli che competono al suo talento. Attaccante antico, dal fisico massiccio, da peso medio del pugilato, e tecnica da rifinitore, il centravanti del Manchester United è tra i migliori cannonieri in circolazione, 269 gol da professionista per lui che ha soltanto 29 anni. Con la doppietta rifilata ieri a San Marino, Rooney è approdato alla soglia dei 43 gol con l'Inghilterra, davanti ad Owen, 40 gol, e subito dietro Greaves, 44 gol. Poco più lontani Gary Lineker, capocannoniere ai mondiali del 1986, 48 gol, ed il leggendario Bobby Charlton, primatista con 49 gol. Rooney li supererà tutti. E' vero che la sua media realizzativa è inferiore a quella di tutti questi grandi attaccanti inglesi del passato, ma, è altrettanto vero che Rooney non soltanto segna ma fa anche segnare e corre e lotta come un centrocampista. Un campione universale, cui, per adesso, sono mancati i riconoscimenti personali.
Aggiornamento del 13 ottobre 2014: splendida punizione e gol vittoria per l'Inghilterra contro l'Estonia. Rooney sale a 270 gol in carriera, 44 in nazionale come Greaves.