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martedì 5 maggio 2020

Almanacco del 5 maggio: Napoleone, Cuper, Mourinho

Giorno curioso, questo 5 maggio. Giorno fatale? Lo sono tutti i giorni dell'anno. Accade alle volte, però, che un giorno assuma e mantenga un'eco diversa. L'ode manzoniana a Napoleone, che il 5 maggio 1821 chiuse gli occhi nel triste e sperduto esilio di Sant'Elena, ebbe risonanza pari all'evento medesimo da cui traeva ispirazione: la morte dell'imperatore o del terribile tiranno, a seconda degli opposti punti di vista, che aveva dominato la scena politica e militare, anzi, militare e politica dell'ultimo quarto di secolo. Qui parliamo, quasi sempre, di sport. E, si parva licet componere magnis, il 5 maggio del 2002 si consumò il maggior dramma della storia sportiva nerazzurra: l'Inter perse uno scudetto sul campo della Lazio, nell'ultima giornata di un campionato che aveva condotto dal principio. In un post recente, ho spiegato che fu soprattutto Cuper a determinare quella sconfitta. E il ricordo, oggi 5 maggio 2020, di Napoleone Bonaparte mi suggerisce un'altra idea, che potrebbe contribuire a spiegare cosa accadde quel giorno all'Olimpico. Napoleone diceva di volere generali più fortunati che bravi. Anche, forse, perché confidava nelle sue eccezionali capacità strategiche. Ecco, diciamo che Cuper, il 5 maggio 2002 non solo non fu bravo, ma nemmeno fortunato. Otto anni dopo, il 5 maggio del 2010, l'Inter di Mourinho, egli sì condottiero di stoffa napoleonica, vinse la finale di Coppa Italia contro la Roma, con un gol guascone di Milito: fu la prima tappa del triplete, completato da scudetto e Champions League nello spazio di pochi giorni.
Napoleone Bonaparte - Wikipedia
Napoleone Bonaparte

giovedì 18 gennaio 2018

Ronaldinho si ritira: la sua carriera in 10 punti

Ronaldinho lascia il calcio. E ci sta, classe 1980, 38 anni da compiere, da un paio di lustri l'asso brasiliano aveva fatto un passo laterale rispetto al grande calcio, lampi di classe e prodezze distillati con crescente parsimonia. Epperò è stato uno dei migliori giocatori della storia, un 10 straordinario. Provo a raccontare la sua carriera, condita da 331 gol ed un'infinità di assist meravigliosi, in dieci punti.


  1. Forte da subito, si rivela durante la Coppa America del 1999, che il Brasile, con Ronaldo e Rivaldo e Roberto Carlos, vince. Ronaldinho resta ancora al Gremio, in patria, per una stagione.
  2. Nel 2001 approda al Psg. E non si può dire che brilli sempre. In un campionato, peraltro, non troppo competitivo. La leggenda vuole che i parigini insistano per avere Recoba in cambio di Ronaldinho. Non è così. O meglio, a Parigi Recoba è stimato. Ma, Moratti li vorrbbe entrambi, assieme. E' Cuper, all'esito della stagione 2002/03, a rifiutare Ronaldinho. Pare che dica: "dove lo metto?". Cuper verrà esonerato pochi mesi dopo. Ronaldinho finisce al Barcellona.
  3. Nel mezzo, ai mondiali nippo-coreani del 2002, Ronaldinho si laurea campione del mondo, segna due gol. Ronaldo è capocannoniere con 8 gol, Rivaldo ne segna 5. Ronaldinho parte da destra, posizione che ama poco.
  4. Nel 2003, si diceva, arriva al Barca. Ed esplode. E' un dieci atipico. Un fantasista laterale. Che parte da sinistra e si accentra. Scattante, inarrestabile in progressione, dribbling fulmineo, declinato in mille varianti, con l'eccellenza dell'elastico. Raggiunge l'apice del rendimento in un clasico autunnale del 2005: doppietta al Bernabeu, che deve tributargli un omaggio innaturale.
  5. Nel 2006, regala la seconda Champions della storia al Barcellona, ma, ai mondiali di Germania delude, coinvolto nel fallimento del quadrilatero: Ronaldo, Adriano, Ronaldinho, appunto, e Kakà. Si salva solo Ronaldo.
  6. Comincia, a 26 anni, un lento declino. Più agonistico che altro. Nel 2008 lascia il Barca, perché Guardiola vuole talenti applicati ai suoi schemi e perché è già esploso Messi, ed approda al Milan.
  7. In Italia, la classe è inalterata, ma in campo cammina. Il meglio lo fa da fermo, perché il suo piede destro ha una sensibilità unica.
  8. Perde dopo un poco la nazionale. Negli ultimi sette anni, cambia spesso squadra. Gli assolo non mancano. Ma, il calcio che conta si allontana.
  9. Il Ronaldinho degli anni 2003-2006 regge il confronto con tutti i migliori giocatori del mondo di sempre. Il suo repertorio di dribbling e di finte, unito ad una notevole complessione atletica nei periodi di miglior forma, ha pochi, pochissimi, riscontri.
  10. Ha fatto grandi cose in carriera. Ma, la sua carriera ad alti livelli, soprattutto osservata in rapporto al talento, è durata troppo poco.

giovedì 9 marzo 2017

Emery come Cuper: la disfatta del Psg

Non si può sprecare un vantaggio di 4-0, ottenuto all'andata, come ha fatto ieri sera il Psg sul campo del Barca, rimediando un clamoroso 6-1. Anche al lordo dell'arbitraggio casalingo, che ha favorito i catalani, e del talento purissimo di Neymar. La gestione della partita da parte di Emery mi ha ricordato quella di tante finali o partite solenni, come Lazio-Inter del 5 maggio 2002, da parte di Cuper. Sufficienza prima, paura poi. Sconfitta, anzi disfatta, alla fine. Eppure Emery aveva ben altro curriculum. Mi ha sorpreso. 

domenica 5 febbraio 2017

Juve-Inter 1-0. Pioli perdente

Un perdente è un perdente. Pioli è un perdente, come Cuper, giusto oggi sconfitto in finale di Coppa d'Africa. Due partite sbagliate in pochi giorni. Contro la Lazio, la più grave, perché la Coppa Italia era alla portata dell'Inter, e contro la Juve. Cambiato il modulo per paura, D'Ambrosio, i piedi peggiori della serie A, schierato per incompetenza, Palacio subentrato per confusione. Inter mai davvero pericolosa. Juve fortunata ed aiutata da un arbitraggio casalingo. Però un perdente è un perdente. E Pioli è un perdente. Inutile dilungarsi. È questa la sintesi più fedele della partita. E, temo, della stagione dell'Inter.

lunedì 5 dicembre 2011

Recoba gol scudetto: la seconda giovinezza del Chino

Per non essere un giocatore decisivo, come la stampa parruccona ha sempre insinuato, Recoba ha segnato un fantastico gol, ieri, che ha decretato il successo del Nacional de Montevideo contro il Liverpool, con vittoria del torneo di Apertura. Il che avvalora una tesi che ho sempre sostenuto, Recoba, quando gioca, decide. Eccome se decide. Sicché sbagliò Cuper a sostituirlo con la Lazio, il 5 maggio 2002, perché da Recoba il colpo risolutivo avrebbe potuto giungere fino al termine della partita. Come sbagliò Mancini a sostituirlo nella sfida di ritorno di Champions contro il resistibile Villareal: l'assurdo era che il tecnico jesino si aspettava la giocata vincente da Sinisa Mihailovic. Giocata che, chiaramente, non venne. Se in serie A ancora imperversano Di Vaio, anima del Bologna, classe 1976, e Di Natale, capitano dell'Udinese, classe 1977, non capisco perché non potrebbe tornarci a giocare Recoba, classe 1976, quanto ad anagrafe, classe immensa, quanto a talento. A gennaio, Recoba all'Inter. Altro che Kucka. Vedo bene, assieme al Chino, invece, Schelotto, ala atalantina di ruolo, che punta l'uomo e lo salta.

venerdì 25 novembre 2011

Storia di Recoba: 9 (la semifinale di Champions e Zaccheroni)

Ronaldo lascia l'Inter di notte, a fine agosto, da campione del mondo con il Brasile, attratto dalle sirene madrilene. I tifosi nerrazzurri sono sgomenti: un'altra batosta dopo quella del 5 maggio 2002. Nello spazio di pochissimi mesi. Cuper resta al suo posto. L'Inter in campionato prova a contrastare la Juventus e culla a lungo ambizioni di scudetto, destinate però a sfumare con una decina di giornate di anticipo: alla fine sarà soltanto secondo posto. Recoba gioca più spesso da seconda punta, laddove la stagione precedente era stato spesso centrocampista di fascia sinistra: ruolo faticoso ed ingrato per lui, tanto più che alle spalle aveva Gresko. Ora, invece, stagione 2002/03, Cuper lascia Recoba appena più libero di giocare il proprio calcio. Recoba segna uno strepitoso gol contro la Roma nel girone di ritorno, ma, l'Inter, in vantaggio per 3-1, si fa rimontare fino al 3-3, che nasce da una palla persa da Morfeo, subentrato al posto di Recoba, fino ad allora migliore in campo. Il sunto della sua carriera: gli allenatori all'Inter hanno sempre fatto a gara a sostituirlo, per essere smentiti dal campo. Alla fine, per il Chino, saranno dodici i gol, 9 in campionato, 3 in Champions League, dove l'Inter viene eliminata dal Milan del fortunatissimo Ancelotti, con due pareggi, uno a reti bianche, nel quale Recoba mezzo infortunato sbaglia un gol quasi fatto, l'altro per 1-1, nel ritorno in casa, che costa la finale ai nerazzurri. Moratti, ormai, non ha più fiducia in Cuper, ma lo tiene comunque, salvo esonerarlo dopo poche partite della stagione successiva, facendo posto a Zaccheroni. Con il tecnico romagnolo, Recoba gioca spesso attaccante esterno, costretto a quei recuperi che gli sono così ostici: segna comunque 11 reti complessive, alcune bellissime. L'Inter, solo quarta in campionato, nonostante l'arrivo di Adriano dal Parma, che con Recoba si trova bene, cambia ancora direzione tecnica, è la volta di Roberto Mancini. La storia di Recoba all'Inter comincia a prendere i colori del crepuscolo. 9^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)

martedì 15 novembre 2011

Storia di Recoba: 7. (lo scandalo passaporto)

Lippi si dimette ed all'Inter arriva Marco Tardelli, reduce dalla fortunata esperienza con la nazionale under 21. L'Inter, cui Ronaldo mancherà per tutta la stagione, si affida a Vieri e Recoba per tenersi in linea di galleggiamento. In campionato, le cose non vanno granché. C'è un testa a testa tra Roma e Juventus, che alla fine premierà proprio i giallorossi, tuttavia sconfitti al Meazza grazie ad un gol di Recoba, che diventa leader della squadra. Il problema è che molte mosse della campagna di rafforzamento, da Cirillo a Ferrari, sono state sbagliate. Frey, portiere francese di talento, è troppo giovane per essere anche pronto. Recoba, fra alti e bassi, segna quindici reti, otto in campionato, cinque in Coppa Uefa e due in Coppa Italia: ha raggiunto la piena maturità agonistica. Poi, inaspettato, arriva lo "scandalo passaporto" ed il Chino finisce in una bufera mediatica notevolissima. Gli viene comminata una lunga squalifica, che Peppino Prisco riesce a fargli ridurre. Ad ogni modo, Recoba dovrà saltare i primi mesi della stagione successiva, quella 2001-2002, quando, esonerato Tardelli, sulla panchina dell'Inter arriva Hector Cuper, tecnico argentino del Valencia, per due volte finalista, sconfitto, della Champions League. A 25 anni, il Chino vive il momento più difficile della carriera, costretto a non giocare. 7^ puntata (cfr. 1^ puntata, 2^ puntata, 3^ puntata, 4^ puntata, 5^ puntata, 6^ puntata, 8^ puntata, 9^ puntata)