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giovedì 9 luglio 2020

Il calcio degli anni '60. La rinascita italiana

Gli anni '60 segnarono il riscatto del calcio italiano, dopo il buio del decennio precedente, contrappuntato da due eliminazioni al primo turno, ai mondiali del 1950 e del 1954, e dalla mancata qualificazione ai mondiali di Svezia del 1958, poi grottescamente replicata 60 anni dopo, quando l'Italia non riuscì ad arrivare a Russia 2018.


Parlavo di riscatto, sì. E le ragioni di questa formidabile ripresa vanno anzitutto ricercate nella resurrezione di tutta la Penisola dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Era l'Italia del boom economico, con i consumi che raddoppiavano, il PIL che cresceva quasi a due cifre, lo sport che diventava fenomeno di massa. Era accaduto, proprio intorno al 1958 peraltro, che il calcio superasse, tra gli appassionati, il ciclismo, per guadagnare un primato mai più discusso di sport nazionale.


Eppure i mondiali del 1962, vinti dal Brasile, che si permise di rinunciare a Pelé, presto infortunato, e quelli del 1966, conquistati in casa dall'Inghilterra, videro ancora gli azzurri fuori al primo turno. Nel 1962, fallì la politica degli oriundi, i fortissimi sudamericani con origini italiane, spesso assai remote. Di quella spedizione fecero parte assi del calibro di Altafini, che aveva vinto il mondiale del 1958 con il Brasile, Sivori, Maschio, Sormani. Andò male, pare anche per le continue ingerenze sulle scelte tecniche della stampa specializzata, che all'epoca aveva, su un calcio visto da pochissimi, un ascendente quasi sacerdotale e per un arbitraggio ostile contro i padroni di casa del Cile. Andò persino peggio nel 1966 in Inghilterra, quando la Corea del Nord eliminò l'Italia, pur con l'attenuante del precoce infortunio occorso a Bulgarelli, quando, ancora per pochi anni, non erano permesse le sostituzioni.

Eppure l'Italia aveva iniziato a dominare le competizioni internazionali per club, vincendo tre Coppe dei Campioni consecutivamente: con il Milan di Rivera e Cesare Maldini e Altafini e Trapattoni, nel 1963; con l'Inter allenata da Herrera e capitanata da Picchi, nel 1964 e nel 1965, con la regia di Suarez, gli assolo in velocità di Mazzola e Jair, i ricami mancini di Corso, ed una difesa così riconoscibile da diventare leggendaria e proverbiale: Sarti, Burgnich, Facchetti...La Grande Inter.
File:Formazione dell'Inter 1964-1965.jpg - Wikipedia
La Grande Inter (1964/65)

Il Real Madrid, che pure vinse la sua sesta Coppa dei Campioni nel 1966, eliminando l'Inter in semifinale, cominciava a declinare dopo il dominio della seconda metà degli anni '50. Sorgeva invece la stella del Manchester United di Busby e di Bobby Charlton, entrambi miracolosamente sopravvissuti al disastro di Monaco di Baviera, paragonabile alla tragedia di Superga, nel quale avevano perso la vita molti giovani talenti di sicuro avvenire, su tutti Duncan Edwards. La squadra inglese vinse il campionato nazionale nel 1965, poi di nuovo nel 1967 fino al successo più eclatante, quello nella Coppa dei Campioni del 1968: in avanti il trio delle meraviglie, la mezzala scozzese dal gol facilissimo, Denis Law, il centravanti inglese più tecnico e manovriero che si ricordi, Bobby Charlton, e l'ala destra nordirlandese, George Best, talento purissimo, estro senza freni, vita dissipata e gol magnifici. 
File:The United Trinity, George Best, Denis Law and Bobby Charlton ...
Statue di Best, Law e Bobby Charlton

Forse il giocatore più rappresentativo di questa magica decade fu però il portoghese, di origini mozambicane, Eusebio, poderoso centravanti dalla tecnica brasiliana, dalla progressione micidiale e dal tiro incendiario. Vinse, con il suo Benfica, la seconda Coppa dei Campioni consecutiva del 1962 e trascinò il Portogallo al terzo posto ai mondali del 1966 in Inghilterra, laureandosi capocannoniere con 9 gol. 
File:Eusebio (1963).jpg - Wikipedia
Eusebio (Portogallo)


Insieme a lui, il portiere sovietico Lev Jashin, campione d'Europa nel 1960, sempre vestito di nero, dal fisico imponente e i riflessi da gatto, per molti il miglior portiere di sempre. Ancora oggi si favoleggia sulle presunte doti ipnotiche esercitate sugli avversari. Sandro Mazzola ha più volte confermato questa leggenda, ricordando un rigore che Jashin gli parò in nazionale.
File:Lev Yashin 1960b.jpg - Wikipedia
Lev Jashin (URSS)


Nel 1960, furono organizzati i primi Campionati Europei per nazionali: vinse l'URSS. Nel 1964 toccò alla Spagna di Suarez e Gento. Nel 1968, 30 anni dopo il successo ai mondiali di Francia, toccò all'Italia allenata da Ferruccio Valcareggi. Che ebbe ragione in finale della Jugoslavia, dopo aver vinto il sorteggio con la monetina nella semifinale con l'URSS. Sorteggio vinto dal capitano Facchetti. La prima finale con la Jugoslavia finì in pareggio. Non essendo previsti i supplementari né, tanto meno, i rigori. Si rigiocò: vinse l'Italia con gol di Gigi Riva ed Anastasi. Per la prima volta, una massa di tifosi si riversò per le strade a festeggiare, sventolando bandiere tricolori. C'erano già state le occupazioni delle Università e le prime grandi manifestazioni studentesche. Di lì a poco, si sarebbero diffusi disordine e tumulti di piazza, contestazione generalizzata. Fu l'ultimo sprazzo di serenità prima che cominciasse uno dei periodi più bui e controversi della storia italiana.
File:Euro 1968 - Italia campione d'Europa.jpg - Wikipedia
Italia campione d'Europa nel 1968

Negli anni '60, ma fu questione specialmente, sebbene non solo, italiana, infuriò una serrata disputa sulla tattica. Fu allora che si cominciò a parlare di calcio all'italiana, talora, con sprezzatura, definito catenaccio, per contrapporlo al calcio più offensivo praticato dalle squadre del Nord Europa, Inghilterra in testa, o, in modo più tecnico e meno fisico, dal Brasile. Brera capeggiava i cosiddetti italianisti, convinti, sulla base di valutazioni culturali e biologiche spinte, che gli italiani fossero più acconci alla difesa e contropiede, che all'attacco con dominio del gioco. Troppi secoli di dominazioni subite e doti atletiche ritenute inferiori a quelle di popoli meglio nutriti e sviluppati. Era questa la tesi, molto politicamente scorretta. Dall'altra parte, la cosiddetta scuola napoletana, di Ghirelli e Palumbo, che inneggiava ad un calcio più offensivo e spensierato, eleggendone a simbolo Rivera ed il suo gioco compassato ma elegantissimo. La questione, sotto altre forme, e con l'ausilio di penne meno felici, dura ancora oggi.

domenica 23 novembre 2014

Di Natale 200 gol in serie A, 300 gol in carriera

Gol contro il Chievo, Udinese in vantaggio e Di Natale taglia il traguardo storico dei 200 gol in serie A. Meglio di lui, in ordine crescente, soltanto Roberto Baggio, 205 gol, Altafini e Meazza, 216 gol, Totti, 237 gol, e Piola 274 gol. Per Di Natale, che ormai ha 37 anni, questo gol è doppiamente storico, perché non soltanto è il n. 200 in serie A, ma anche il n. 300 in carrieraSegue classifica dei primi dieci goleador italiani in tutte le competizioni.
  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 345 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Roberto Baggio 318 gol
  5. Inzaghi 316 gol
  6. Totti 308 gol
  7. Di Natale 300 gol
  8. Altobelli 298 gol
  9. Toni 293 gol
  10. Vialli 286 gol

domenica 2 novembre 2014

Di Natale 199 gol in serie A, 299 gol in carriera, superato Altobelli

A segno nella sconfitta dell'Udinese contro il Genoa, Di Natale realizza il gol 199 in serie A, ad una rete dalla fatidica soglia delle 200 reti, varcata soltanto da Roberto Baggio, 205 gol, Altafini, 216 gol, Meazza, 216 gol, Totti, 237 gol, e Piola 274 gol. Altrettanto vicino il traguardo dei 300 gol in carriera, atteso che Di Natale è arrivato a 299 gol. Segue classifica dei primi dieci goleador italiani in tutte le competizioni aggiornata al 10 novembre 2014.
  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 345 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Roberto Baggio 318 gol
  5. Inzaghi 316 gol
  6. Totti 308 gol
  7. Di Natale 299 gol
  8. Altobelli 298 gol
  9. Toni 293 gol
  10. Vialli 286 gol

domenica 26 ottobre 2014

Di Natale 198 gol in serie A, 298 gol in carriera, raggiunto Altobelli: si avvicina il traguardo dei 300 gol

A segno nel successo dell'Udinese contro l'Atalanta, Di Natale realizza il gol 198 in serie A, vicinissima la soglia delle 200 reti, varcata soltanto da Roberto Baggio, 205 gol, Altafini, 216 gol, Meazza, 216 gol, Totti, 237 gol, e Piola 274 gol. Altrettanto vicino il traguardo dei 300 gol in carriera, atteso che Di Natale è arrivato a 298 gol. Segue classifica dei primi dieci goleador italiani in tutte le competizioni.
  1. Piola 364 gol
  2. Del Piero 345 gol
  3. Meazza 338 gol
  4. Roberto Baggio 318 gol
  5. Inzaghi 316 gol
  6. Totti 308 gol
  7. Altobelli 298 gol
  8. Di Natale 298 gol
  9. Toni 292 gol
  10. Vialli 286 gol

mercoledì 14 maggio 2014

Storia dei mondiali di calcio: 7^ puntata (1958, trionfa il Brasile di Pelé in Svezia)

Il peggior decennio della storia della nazionale italiana termina con l'esclusione del mondiale di Svezia del 1958. Ci inguaia una sconfitta contro l'Irlanda del Nord del leggendario portiere Harry Gregg. Qualificazione mancata, un'onta sportiva che dopo di allora non si  ripeterà più [fino ai mondiali di Russia 2018, aggiornamento]. Mancano i campioni in Italia e ci sono troppi oriundi, che entrano ed escono dalla rappresentativa azzurra: il risultato è una disfatta. In Svezia, il mondo scopre la stella di Pelé, classe 1940.  Un numero dieci di classe purissima, che dribbla, calcia con entrambi i piedi, salta altissimo, insomma si presenta come l'incarnazione del motto olimpico "altius, citius, fortius", applicato al gioco del calcio, che Pelé interpreta con una straordinaria naturalezza. Assieme a lui, il tecnico verdeoro, di schiette origini italiane, Vicente Italo Feola, schiera prima Altafini, poi Vavà da centravanti, Garrincha all'ala destra, Didì, superbo regista mancino, e Zagallo ala sinistra di raccordo, il più acuto tatticamente. Ci sono poi anche due terzini che attaccano come ali, Djalma Santos a destra e Nilton Santos a sinistra. Una squadra formidabile, cui soltanto il Brasile del 1970 si potrà accostare. E' una lunga cavalcata verso la finale, contrappuntata da episodi boccaceschi: gli sprovveduti brasiliani finiscono impaniati nelle reti delle disinvolte svedesi. Ne nasceranno incidenti e scandali. Compreso un processo di accertamento di paternità a carico dell'ingenuo Garrincha, l'asso dalla gamba più corta, che fa sempre la stessa finta, punta a sinistra e dribbla a destra. E nessuno sa fermarlo. In finale il Brasile affronta la Svezia, favorita dal fatto di ospitare la manifestazione, ma, comunque piena di campioni, che, per la più parte, giocano nel campionato italiano, dal grande Liedholm, colonna del Milan, allo scapricciato, geniale, Skoglund, asso dell'Inter. Il Brasile vince 5-2, con doppietta di Pelé (ecco la rete più bella), per tutti già il migliore giocatore del mondo. Per i brasiliani si tratta del primo mondiale vinto. La Francia del talentuoso Kopa e del capocannoniere Fontaine, tredici gol!, supera la Germania Ovest di Rahn nella finale per il terzo e il quarto posto. Uno dei giocatori che più impressionano durante la manifestazione iridata è la piccola ala destra argentina Omar Corbatta, che ha, quasi, la facilità di dribbling del rivale brasiliano Garrincha. (1^ puntata2^ puntata3^ puntata4^ puntata5^ puntata, 6^ puntata, 7^ puntata, 8^ puntata)

domenica 21 ottobre 2012

Totti 217 gol in A, superati Meazza ed Altafini. Sono 287 in carriera i gol di Totti

Il gol contro il Genoa è stato il numero 217 in Serie A per Francesco Totti, che ha superato due leggende del calcio come l'inarrivabile Giuseppe Meazza e Josè Altafini. Davanti a lui, nella massima serie, soltanto Piola, 274 gol e Nordahl, 225. In carriera le reti del capitano giallorosso sono ora diventate 287, staccato Vialli, meglio di lui, per ora,  hanno fatto soltanto Piola, 364 gol, Meazza, 338, Del Piero 321 (Australia esclusa), Roberto Baggio, 318, Inzaghi, 315 ed Altobelli, 298.

mercoledì 26 settembre 2012

Totti leggendario: 216 gol in serie A. Raggiunti Meazza ed Altafini. Gol n. 286 in carriera

Primo gol stagionale, contro la Sampdoria, per Francesco Totti, un gol leggendario, che permette al capitano giallorosso di eguagliare il primato di reti in serie A di Giuseppe Meazza e di José Altafini: 216 gol. Terzo posto nella graduatoria dei cannonieri di tutti i tempi nella massima serie, dopo Piola, 274 gol, e Nordahl, 225 gol. Si tratta del gol n. 286 da professionista. Numeri straordinari, che raccontano la dimensione di fuoriclasse assoluto del capitano della Roma. Tra i calciatori italiani, considerate tutte le competizioni, occupa il settimo posto, assieme a Vialli, dietro Piola (364 gol), Meazza (338 gol), Del Piero (321 gol), Roberto Baggio (318 gol), Filippo Inzaghi (315 gol) ed Altobelli (298 gol). Totti progredirà ancora in tutte queste classifiche.

lunedì 7 maggio 2012

Totti: 215 gol in 500 partite di serie A

Con la doppietta realizzata contro il Catania, Francesco Totti ha toccato quota 215 gol in serie A, in 500 partite. Tra i cannonieri della massima serie resta quinto, dietro Piola, 274 gol ,Nordahl, 225 gol, e Meazza ed Altafini, 216 gol: insomma, il terzo gradino del podio dista ormai per il capitano giallorosso una sola rete. In carriera, i gol di Totti sono 285 in 710 partite, sicché, in assoluto, occupa il settimo posto tra i marcatori italiani di sempre, dietro Piola, 364 gol, Meazza, 338 gol, Del Piero, 320 gol, Roberto Baggio, 318 gol, Inzaghi 315 gol, Altobelli, 298 gol e Vialli, 286 gol. Totti ha un contratto fino al 2014: scommetto che scalerà ancora tante posizioni in entrambe le speciali classifiche.

martedì 3 aprile 2012

La crisi di Totti

Per la prima volta dal 2003, Francesco Totti rischia di chiudere la stagione senza raggiungere la doppia cifra in serie A, dove ha messo a segno 211 gol, quinto di ogni tempo dopo Piola (274), Nordahl (225), Meazza (216) ed Altafini (216). Il miglior realizzatore dei primi dieci anni del nuovo secolo, conosce la peggiore crisi realizzativa di una strepitosa carriera. Perché? Molte colpe sono da assegnare a Luis Enrique, che gli ha sottratto il ruolo di centravanti di manovra, nel quale le proverbiali doti balistiche del capitano della Roma si erano esaltate. Per altro verso, la squadra non asseconda il gioco di Totti, spesso costretto a ricevere il pallone spalle alla porta. Infine, anche per via di qualche infortunio, Totti non è riuscito in questa stagione a trovare una condizione atletica accettabile. Tuttavia, scommetto che da qui alla fine Totti ritroverà la via della rete con continuità.

lunedì 23 gennaio 2012

Totti re di Roma: 211 gol in serie A con la stessa maglia

Totti ha superato Nordahl. Per i gol segnati in serie A con la stessa maglia, quella della Roma manco a dirlo: 211 gol contro i 210 che il poderoso centravanti svedese seppe realizzare con la divisa del Milan. E pensare che Totti, per tanti anni, non ha giocato da prima punta, trequartista con Mazzone, attaccante esterno, partendo da sinistra, con Zeman, trequartista o seconda punta con Capello. La svolta realizzativa ci fu nella stagione 2005/06 con Spalletti, che decise di spostarlo in avanti per una serie di infortuni nel reparto avanzato. Da quel momento, le medie realizzative di Totti s'impennarono vertiginosamente. Prima di Spalletti, fino al 2005, 311 partite in serie A e 110 gol, media di 0,35 reti a partita. Dopo Spalletti, dal 2005 ad oggi, 175 partite in serie A e 101 gol, media di 0,57 gol a partita. Un progresso evidentissimo. Dove può arrivare Totti, ora? Acciufferà Altafini e l'immenso Meazza a 216 gol in A, di nuovo Noradhl, a 225 gol complessivi. Poi, resterà Piola a 274 reti nella massima serie. Totti non lo dice, ma, il suo vero traguardo è il primato di Piola, che dista 63 reti per l'aggancio, una di più per il sorpasso. Può farcela prima di smettere? Scommetto di sì.