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giovedì 9 novembre 2017

Svezia-Italia: breve storia del calcio svedese

La Svezia contenderà all'Italia l'accesso ai mondiali di Russia 2018. Che squadra è e che storia ha avuto? Partiamo dal fondo. La nazionale di calcio svedese ha un blasone sovradimensionato rispetto al proprio movimento calcistico. Perchè? Ieri, Mario Sconcerti, ricordando l'epopea degli svedesi sbarcati in Italia alla fine degli anni '40, ha dato una spiegazione, non priva di valide suggestioni, e meritevole di essere condivisa. Fino ad un certo punto. Gli svedesi erano stati risparmiati dal conflitto mondiale appena finito, è vero. E potevano contare su di un benessere economico, che si traduceva in atleti più alti, più robusti, più forti. Perché meglio alimentati e meglio allenati. Sì, anche questo è vero. Ma, non basta. Perché la Svezia, che vinse le Olimpiadi del 1948, che fu terza ai mondiali brasiliani del 50 e che, alla fine del ciclo d'oro, fu secondo dietro il Brasile di Pelè, Didì, Vavà e Garrincha ai mondiali di casa del 1958, aveva già dato prova di competitività. Ai mondiali francesi del 1938, quando la guerra non era ancora cominciata, gli svedesi avevano raggiunto le semifinali. Cedendo alla grande Ungheria di Sarosi. Finirono quarti, battuti nella finale per il terzo posto dal Brasile di Leonidas. Eppoi, va ricordato, la Svezia sarebbe arrivata di nuovo terza ai mondiali americani del 1994, con giocatori come Brolin e Kennet Anderson, che in Italia conosciamo bene. Per essere un paese di appena dieci milioni di abitanti, con un clima ostile ed estremo nei 2/3 delle sue regioni, dove il calcio è sì praticato ma non lo sport nazionale, questi risultati sono comunque notevoli. Che spiegazione dare? Quella più persuasiva, a mio modo di vedere, va ricercata nel culto dell'educazione fisica, che in Svezia si pratica da oltre un secolo. Basti pensare che il quadro, detto, appunto, svedese e la spalliera, sono due attrezzi fondamentali nell'educazione fisica, che proprio in Svezia sono stati escogitati. Ecco: l'educazione fisica per tutti, praticata nelle scuole, è forse la migliore risposta alla domanda. I calciatori svedesi sono sempre stati grandissimi atleti. Il che faceva tutta la differenza, quando altri, quasi tutti, nel calcio, non si allenavano a dovere ed i calciatori avevano, per lo più, petti incavati e cosce ipertrofiche. Si tenga presente che la preparazione atletica, in Italia, cominciò ad acquistare basi più solide solo con l'avvento di Herrera. Prima di lui, la preparazione si basava, pressoché esclusivamente, sulla corsa lunga. Con il tempo, l'importanza di una seria preparazione atletica e l'utilità di allenare muscoli e doti elastiche è stata capita anche altrove. E la superiorità atletica svedese ha perso quell'unicità decisiva. Provate a confrontare la struttura atletica di Liedholm con quella dei centrocampisti italiani degli anni '50. La differenza salta all'occhio. Poi, la Svezia ha avuto anche calciatori di vero talento. Perché il calcio è anche, e soprattutto, almeno a parer mio, tecnica. Nonché estro, fantasia. Skoglund, per esempio, aveva tecnica, estro e fantasia sudamericani. Sebbene svedese. La Svezia di oggi, per rispondere al primo quesito, è squadra sempre solida atleticamente. Non ha campioni assoluti, dopo che Ibrahimovic si è fatto da parte. Ma, è solida. I suoi giocatori sono grandi atleti. Come sempre. L'Italia farà fatica. Perché quella di Ventura non ha il talento diffuso di altre nazionali italiane del passato. E perché la Svezia, s'è detto, il suo blasone ce l'ha. Non vale il nostro, ma ce l'ha.

7 commenti:

  1. una menzione la meriterebbe anche il Goteborg di Sven Goran Erikson, capace di aggiudicarsi la coppa uefa nel 1982, sconfiggendo i quotati rivali dell'Amburgo. All'epoca, c'era meno circolazione di calciatori da un paese all'altro e le coppe europee costituivano un attendibile parametro dello stato di salute dei vari movimenti calcistici.

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    1. E' vero. Senza dimenticare, che, nel medesimo torno di tempo, la Svezia eliminò, ricordo una secca sconfitta per 3-0, l'Italia campione del mondo di Bearzot, nelle qualificazioni ai campionati europei del 1984.

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    2. Eliminazione che vendicammo quattro anni dopo, grazie ad una doppietta di Vialli, esattamente trent'anni fa. Anche in quella circostanza, la Svezia si rivelò avversario ostico.

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    3. La miglior partita in azzurro di Vialli. Allora, la sua reputazione internazionale era superiore a quella di Van Basten. Entrambi classe 1964. Poi, all'Europeo Van Basten scavò un solco. Mai più colmato.

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  2. Si ma abbiamo finito di andare a vedere su wikipedia per fare gli esperti?

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    1. Io, abitualmente non ci vado. Rappresento, per quanto me ne freghi pochissimo o niente, che Wikipedia, anche in versioni estere, cita, più di qualche volta, tribuna sportiva: per articoli di statistiche e graduatorie, ma la cita. Io, o cito ricordi diretti oppure mi affido a migliaia di articoli letti, più su carta che in rete, a decine di libri consultati. Potrei continuare, ma francamente me ne infischio.

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  3. In realta', non e' wikipedia il sito piu' autorevole per le statistiche calcistiche. Gia' aver citato wikipedia denota, pertanto, una modesta conoscenza dell'argomento, oltre ad un sarcasmo fantozziano...

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