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lunedì 18 luglio 2016

Lo strapotere di Froome, re del Tour de France

Prima arrossiva, Froome. Poi si difendeva dagli attacchi della stampa, che dubitava delle sue prestazioni sbalorditive, di quella straordinaria e mai vista cadence de pedalage. Ora, Froome, padrone assoluto del Tour de France 2016, mostra una sicurezza quasi sfacciata, sorride ai timidi attacchi degli avversari, tutti condannati a correre per un piazzamento. Non so se sia, o meglio, se sarà vera gloria, la sua. Epperò, i suoi antagonisti davvero scompaiono al confronto, perché corrono come soldatini pronti a rientrare nei ranghi al primo "a posto" del comandante britannico. L'unico che avrebbe il coraggio di attaccare, se non fosse zavorrato dal dovere di fedeltà al capitano Quintana, è Valverde. Che, da campione navigato, sa che, per vincere, bisogna rischiare di perdere tutto. Speriamo che almeno lui provi a far saltare il banco.

4 commenti:

  1. In salita però a me sembra inferiore al Froome degli anni passati, lo scorso anno al primo arrivo in salita si contavano i minuti rifilati agli avversari, quest'anno invece in salita non si è mai staccato tutti di ruota anche se a turno tutti stanno perdendo qualcosa, chi più chi meno. Più che altro sembra un corridore più completo, a partire dagli scatti sui pedali con rapporti che mai ha usato proseguendo per gli attacchi a sorpresa in discesa e in pianura, forse è la diversa preparazione fatta per arrivare pronto a Rio o forse anche la maturazione del corridore con il passare degli anni che gli da una maggiore esperienza e capacità di sfruttare tutte le occasioni per guadagnare.

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    1. Penso proprio che sia così. Froome ha messo a frutto l'esperienza degli anni passati. E dimostra una consapevolezza della propria forza, che prima non si notava in modo tanto evidente. In salita il colpo del Ko non ce l'ha più ma nessuno è davvero in grado di staccarlo. Anzi, alla fine è Froome a guadagnare sui rivali. Poco ma guadagna costantemente. Quello che trovo inspiegabile è l'arrendevolezza dei suoi avversari. Quintana, per esempio, che se ne fa di un altro podio? Perché non provare un attacco deciso, anche da lontano, e scoprire la reazione di Froome? Corrono tutti per un piazzamento.

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    2. Quintana mi sa non ha proprio la forza, verso Chalet-Reynard c'ha provato con due scatti ma ha guadagnato solo pochi metri e poi è rimbalzato, ieri si è staccato, se non ce la fa è inutile pure provarci altro che non abbia un colpo di genio che gli faccia sopperire alle carenze ma è difficile, di recente ricordo solo Contador alla Vuelta del 2012 che in ogni salita perdeva da Rodriguez e poi però alla fine vinse la corsa inventandosi un attacco a 100 km dall'arrivo in una tappa di trasferimento. Ora però non vedo nessuno con inventiva sufficiente e non c'è più nemmeno il terreno visto che nella crono oggi vincerà il più forte poi ci sono due tappe di montagna che senza gambe non vai da nessuna parte e la passerella di Parigi che ormai non è più quasi nemmeno considerata tappa effettiva.

      L'unico che va in salita costantemente comunque mi sembra Porte anche se il Tour se l'è giocato prendendo quasi 2 minuti quando nella seconda tappa forò a -8 dall'arrivo e fu abbandonato a se stesso dalla BMC che oltretutto davanti tirava pure per van Avermaet.

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    3. Ma Porte, bravo anche oggi nella cronoscalata, mi sembra piuttosto un gregario che un avversario di Froome. La vera delusione viene da Quintana. La fantasia gli è sempre mancata, ma almeno prima aveva le gambe. Come si è preparato?

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